Un inseguimento particolare quello di Marquez al campione del mondo a Portimao. Ma ha un significato ben preciso
Un ritorno emozionante quello di Marc Marquez a Portimao. Dopo oltre 270 giorni dall’infortunio di Jerez è stato bello rivedere un campione nel suo mondo, lui che ha rischiato seriamente di appendere il casco al chiodo.
Un rientro reso complicato da un braccio destro ancora non in perfette condizioni, che comunque gli ha permesso di chiudere la gara in settima posizione. E le lacrime a fine corsa sono stata un’altra bella pagina di sport e di umanità. Ma anche in un weekend così “umano”, Marquez non ha perso il vizio di far “vedere i muscoli”.
Dobbiamo dire però che in Portogallo, sui saliscendi di Portimao, Marc ha comunque lanciato dei segnali chiari al gruppo. Innanzitutto che il manico c’è, come sempre, ma nessuno credo lo abbia messo in dubbio, se non tra i media.
La forma è quella che è, per rivederlo al 100% forse non dovremo aspettare molto. A Jerez di sicuro vedremo un ulteriore step di crescita, ma forse bisognerà aspettare Le Mans o il Mugello per tornare ad ammirare il vero Marquez. Ma intanto ha ripreso quantomeno la sua lotta con i big della MotoGP dal punto di vista mentale.
Una prima uscita quasi a guidare sulle uova quella di Marquez a Portimao, anche perché la pista resa viscida dalla pioggia non poteva dare sicurezza, soprattutto ad un pilota appena rientrato da un grave infortunio. Poi però, giro dopo giro, eccolo riprendere il ritmo e quegli automatismi che dovevano essere ripresi.
Poi, rieccolo tornare in pista, ma non da solo. Il talento di Cervera infatti ha scelto di rientrare dietro non a uno qualunque, ma a Joan Mir. Una scelta voluta, cercata. Perché il giovane della Suzuki è il nuovo campione del mondo, quello che ha soppiantato l’invincibile Marquez. E quel pedinamento è stato un segnale chiaro: “Seguo il migliore del 2020 e sappi che sei tu il mio primo nemico, da oggi in poi”.
Un comportamento da bullo di quartiere? No, semplicemente un modo chiaro per lanciare una sfida al migliore, quantomeno sulla carta. Mir ha fatto della costanza la sua migliore arma. Con Marquez però dovrà tirare fuori tutta la forza che ha, soprattutto mentale. Lo scontro sarà su più livelli e Mir dovrà dimostrare di essere un campione anche in questo. Quel titolo 2020 è sminuito da tanti per via della mancanza di Marquez. Ma ora è arrivato il momento di mettere a tacere certe voci.
Il battibecco a distanza nato dopo quel “pedinamento” sospetto è solo il primo atto di una guerra psicologica che Marquez sa maneggiare bene da tempo. Con Rossi (che di strategie mentali se ne intende) ha sviluppato anche questo aspetto lo spagnolo, che ora ha un nuovo obiettivo: battere in tutti i sensi Mir. Che però ha già abboccato a questa trappola, tirando in ballo la pericolosità di quell’inseguimento. Nella sostanza magari avrà anche ragione, ma è proprio questo tipo di polemiche da evitare con Marc. Insomma siamo solo all’inizio. E la lotta promette bene.
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