Come può Valentino Rossi uscire dalla crisi nella quale è precipitato? Un altro grande campione come Giacomo Agostini ha una proposta 
Ci sono poche persone al mondo in grado di comprendere bene, nel profondo, la crisi che sta attraversando oggi Valentino Rossi: un campione abituato a dominare incontrastato la MotoGP e che oggi invece si ritrova a lottare per le ultime posizioni.
Uno di questi è sicuramente Giacomo Agostini, fuoriclasse italiano capace nella sua carriera di portare a casa addirittura più titoli mondiali dello stesso Dottore, quindici contro nove.
Agostini consiglia a Valentino Rossi il ritiro
Interpellato dal Corriere dello Sport, Ago ha dato il suo parere sulla situazione del fenomeno di Tavullia, affermando che se fosse in lui si deciderebbe finalmente ad appendere il casco al chiodo, evitando di proseguire ad oltranza questa situazione che sicuramente risulta spiacevole anche per il diretto interessato.
“Non voglio fare il professore, ognuno decide con la propria testa”, spiega Mino. “Io, quando ho cominciato ad arrivare terzo e quarto, ho deciso di lasciare il posto ai giovani. Gli anni passano e il nostro è uno sport da giovani. Lui ha il piacere di continuare, anche se non so quanto perché così non regala più tante gioie ai suoi tifosi che aveva abituato troppo bene. Credo che anche per lui arrivare in fondo non sia una grande gioia, essendo abituato a ben altro”.
La difficoltà di accettare la fine
Agostini sa bene quanto sia difficile accettare che la propria vita agonistica sia giunta al canto del cigno e che sia giunta l’ora di farsi da parte, per lasciare inevitabilmente spazio alle giovani generazioni. Ma si tratta di una presa di coscienza che lui stesso ha dovuto accettare e che, prima o poi, toccherà anche a Valentino Rossi.
“Quando ho chiuso questo capitolo della mia vita ho pianto per tre giorni”, prosegue il bresciano. “Però ho dovuto rendermi conto di non essere più lo stesso Agostini di prima. Ogni anno il tempo passa, altrimenti correrei ancora anche io. La voglia c’è sempre, ma non ho più le capacità di vincere. A 20 anni sei spensierato. Quando ne hai 30 o 40 cominci a pensare di più. Anche io mi sentivo ancora forte, ma mi mancava qualcosa per vincere”.
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