Stefan Bradl sarà in pista a Jerez nei panni di wild card con la Honda. In un’intervista parla del possibile futuro di Valentino Rossi.
A Jerez scenderà in pista anche Stefan Bradl nei panni di wild card, al fianco di Pol Espargarò, Alex Marquez, Marc Marquez e Taka Nakagami. La Honda vuole spingere sull’evoluzione della RC213V e quindi schiererà il collaudatore tedesco per provare a migliorare il feeling con l’avantreno della moto, che sta causando qualche problema di troppo. E in effetti i piloti HRC hanno riportato ben 11 cadute nei tre week-end di gara fra Losail e Portimao.
Ma Bradl è un personaggio eclettico: nel 2020 e fino al Qatar ha sostituito Marc Marquez, di professione tester, ma all’occorrenza anche commentatore TV. In un’intervista con Motorsport-Total ha affrontato l’argomento Valentino Rossi, dopo che il pesarese ha ottenuto solo 4 punti nei primi tre GP. Potrebbe essere la stagione di addio per il campione di Tavullia, o forse no. “No, non ha perso smalto, perché fino a pochi anni fa stava ancora lottando per il titolo, è riuscito a vincere le gare ed era sul podio. Perché avrebbe dovuto fermarsi?”.
La decisione del Dottore
Adesso Valentino Rossi deve fare i conti con una nuova generazione di piloti affamata e ben preparata, formata dai vari Mir, Rins, Quartararo, Bagnaia, Morbidelli. Ma Stefan Bradl si dice fiducioso circa i prossimi risultati del Dottore. “Penso che non abbia ancora mostrato tutto ciò che è in lui. Non sarà più campione del mondo”, ha detto il collaudatore Honda.
“Penso che Valentino Rossi sia abbastanza maturo e sappia bene quando è il momento giusto per fare un passo indietro. Si sta ancora divertendo. Non è il suo lavoro, è la sua passione. E questo dovrebbe essere rispettato”.
Difficile pronosticare il suo addio o l’allungamento del contratto, molto dipenderà dalle prossime gare a Jerez e Le Mans. Poi al Mugello potrebbe arrivare il verdetto finale…”Ci sono ancora alcune gare a disposizione prima che decida se dimettersi o continuare. Ha già detto che vorrebbe aggiungere un altro anno o due se le cose andranno bene”. Allora perché non continuare a crederci?