In Italia siamo abituati a vedere i nostri piloti sempre in prima fila nel Motomondiale. Ma questo inizio di 2021 fa preoccupare
Siamo abituati a vedere gli italiani sempre in prima fila nel Motomondiale. Insieme agli spagnoli ormai sono decenni che i piloti nostrani dominano con le due ruote. Ma questo inizio di 2021 fa preoccupare e lancia un allarme nei confronti dello stato di salute del movimento tricolore.
I due podi di Pecco Bagnaia in MotoGP sono stati importantissimi. Ma la verità è che nelle altre classi, dove negli scorsi anni eravamo sempre tra i favoriti, si è partiti col piede sbagliato.
In Moto2, che dal 2017 ha visto trionfare per tre volte gli italiani, contiamo solo il terzo posto nella gara inaugurale del Qatar di Fabio Di Giannantonio, poi due quarti posti di Marco Bezzecchi, due che partono con i favori del pronostico in chiave iridata. Eppure di frecce al nostro arco nella classe di mezzo sono tante e di livello. Va leggermente meglio in Moto3, con Niccolò Antonelli terzo nel gp di Doha e la doppietta Dennis Foggia-Andrea Migno a Portimao dietro a Pedro Acosta, il nuovo fenomeno del motomondiale.
Dunque è mancato l’acuto in questi primi tre gran premi, ed è quasi una novità in chiave italiani. E anche il numero di podi, rispetto al passato, sono drasticamente calati.
Sei podi: un bottino molto magro per l’Italia dopo tre gran premi. Un risultato che non si vedeva dal 2013, quando Valentino Rossi centrò il podio solo alla prima gara, con nessun acuto nelle tre classi di un italiano. meglio andò nel 2014, con il Dottore che finì in top-3 così come Andrea Dovizioso e Romano Fenati, con quest’ultimo che riuscì a trovare il successo in Argentina, terza tappa del Mondiale. E pensare che nel 2018 dopo tre gare per gli italiani erano arrivati 11 podi e 4 vittorie.
Viene da chiedersi se ci sia da preoccuparsi. Se in MotoGP comunque le speranze azzurre sono tante e in crescita, così come in Moto2, non si può dire altrettanto in Moto3. Solo 4 in realtà i piloti che possono ambire a qualcosa d’importante. L’addio dello Sky Racing Team VR46 è stato un brutto colpo in termini di talenti presenti nella classe minore. Ora il team di Rossi si sta dedicando al CIV, partendo ancora più dal basso, ma la verità è che proprio nella Moto3 il ricambio generazionale al momento sta certificando che il movimento azzurro è in una fase di stallo. E’ solo un campanello d’allarme. Il futuro è ancora degli italiani, ma guai ad abbassare la guardia.
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