Le regole 2022 cominciano a sollevare perplessità. Tra gli scettici il boss Mercedes Wolff secondo cui le modifiche sono controproducenti.
Negli ultimi anni la F1 ha cercato in tutti i modi di risollevarsi, di dare un taglio alle sue corse anonime simili a trenini e con un vincitore già scontato alla vigilia. Un tentativo che nel 2021 sembra per il momento esserle riuscito. Complice il Covid e l’imposizione del budget cap la forze in campo si sono avvicinate e sebbene Mercedes e Red Bull abbiano dato di nuovo l’idea di essere superiori, i due GP finora disputati si sono dimostrati più combattuti rispetto allo standard a cui eravamo abituati e con un podio non scontato.
Ebbene, secondo Toto Wolff, questa maggiore flessibilità di risultato potrebbe dissolversi nel nulla con l’entrata in vigore del regolamento 2022. In pratica, a differenza di quanto sostiene il resto dello schieramento, ansioso di cominciare una stagione densa di novità, per il boss delle Frecce Nere l’ingresso delle vetture ad effetto suolo porterà soltanto il mantenimento dello status quo.
“Conservare le medesime regole permette al gruppo di convergere e chi si trova davanti può guadagnare soltanto parzialmente”, ha sostenuto a Motorsport.com spiegando come invece per gli inseguitori diventati più semplice recuperare terreno.
Quasi come un monito il manager austriaco ha rilanciato la sua tesi affermando che nel campionato venturo la Casa di Stoccarda tornerà ad avere il margine del 2020. Dunque che cosa fare? Indietro non è possibile tornare. Ormai il Circus ha deciso di affidarsi alla rivoluzione tecnica per fare progressi.
Senza dare ragione al capo dell’equipe tedesca, il congelamento delle evoluzioni ha in effetti in parte chiuso il gap, dando l’opportunità al centro griglia di compattarsi e lottare. E qui però sorge una domanda. Ma classe regina non doveva essere un continuo laboratorio di tecnologie da trasferire poi nel mercato dell’auto? Fatto salvo che fino al 2025 i motori resteranno gli stessi, già solo per questo motivo le parole del dirigente viennese cadranno nel vuoto.
Chiara Rainis
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