Stefan Bradl parla del ritorno di Marc Marquez, della sua capacità di essere subito veloce e del possibile futuro del campione.
Stefan Bradl ha sostituito Marc Marquez nella stagione 2020, svolgendo il doppio ruolo di pilota e collaudatore. Ha preso il suo posto anche nel doppio Gran Premio in Qatar che ha dato il via a questo Mondiale 2021, poi a Portimao ha lasciato spazio al fenomeno di Cervera. Appena rientrato Marc ha ottenuto il 7° posto attestandosi come miglior pilota del marchio nonostante le condizioni del braccio non fossero al top.
Il tester di Augusta ha parlato del modus laborandi nel box HRC e dell’influenza di Marc Marquez in squadra. “Puoi vedere che gli ultimi mesi sono stati molto brutti per lui. Ha dovuto guardare tutte le gare in TV. Questo gli ha fatto male”, racconta Stefan Bradl a Motorsport-Total.com. Si ritiene soddisfatto del ritorno del campione, anche perché ha ereditato la base della sua RC213V: “Dal primo allenamento a Portimao è stato mega competitivo. Non ha dimenticato nulla di quello che poteva fare prima. È lo stesso Marc Marquez di prima”.
Nonostante il lungo stop non ha perso lo smalto, anche se il suo stile di guida resta ancora privo della sua fenomenale istintività. “Non ha dimenticato nulla. È quello che era prima”, dice Stefan Bradl. “Sono state impressionanti le dichiarazioni che ha fatto e la sensazione che ha avuto di nuovo di essere al limite con la sua moto dopo una così lunga pausa per l’infortunio. Sono convinto che quest’anno potrà lottare per il podio e vincere le gare”. Già nelle sessioni di prove libere ha dimostrato di avere un passo in più rispetto ai colleghi Honda: “A me sembrava che avesse tutto sotto controllo. È il suo modo di guidare una moto. Era ed è ancora il miglior pilota della MotoGP degli ultimi dieci anni. Lo ha dimostrato al suo ritorno”.
Marc Marquez resterà legato alla Honda fino alla fine del 2023 dopo aver firmato un contratto quadriennale, poi cosa deciderà di fare? Impossibile dare una risposta, ma è certo che HRC deve molto al pilota e viceversa. “Molti credono che sia necessario cambiare produttore per diventare una leggenda”, ha concluso Bradl.
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