Loris Reggiani, ex pilota e commentatore televisivo, analizza quanto abbiamo visto finora nei primi tre Gran Premi della MotoGP 2021
La MotoGP è pronta a tornare in pista per il quarto appuntamento del campionato del mondo 2021 in Portogallo. Con le prime tre tappe tutte vinte dalle Yamaha ufficiali, una Ducati e un’Aprilia in crescita, un Marquez ritrovato ma ancora non in forma perfetta e un Valentino Rossi in cerca di certezze.
TuttoMotoriWeb.it ha chiesto di fare le carte al Motomondiale, analizzando quanto emerso finora in questo primo scorcio di stagione e soprattutto gli scenari che ci possono attendere da qui in avanti, a Loris Reggiani, ex pilota e opinionista televisivo, in questa intervista esclusiva.
Loris Reggiani, che impressione si è fatto di questo Mondiale iniziato nel segno della Yamaha?
Più o meno la stessa impressione dell’anno scorso. Per quanto la Yamaha sia la moto da battere oggi, lo era anche all’inizio del 2020.
Quindi pensa che non durerà, come accaduto nella passata stagione?
Io penso di sì, però al momento non so dirlo. Aspetterei ancora un po’ di gare. L’anno scorso sembrava che Quartararo fosse il candidato più serio alla vittoria del Mondiale, poi si è perso. E questo campionato sembra un po’ la fotocopia…
Un ritorno al passato, insomma?
Sì, è tornato un po’ tutto come l’anno scorso. Comprese le Ktm, che non c’erano e che sono arrivate solo più tardi. A parte Morbidelli, che nel 2020 era partito un po’ meglio. Io ero convinto che fosse lui l’uomo da battere, vista l’ultima metà della scorsa stagione. Invece non è stato così, anche se si sta già riprendendo. E a parte la Ducati, che in questo 2021 è decisamente più competitiva.
Quindi la Rossa è promossa?
Per lo meno, sui due circuiti in cui ha corso finora, è andata bene. Ora vedremo cosa faranno a Jerez. Ma questa è certamente una nota positiva per i colori italiani.
A proposito di Ducati e di colori italiani, il lato positivo è che, finora, il vero caposquadra di Borgo Panigale sembra Pecco Bagnaia, non Jack Miller.
Sì. Bagnaia è sicuramente una buona sorpresa, sta facendo di più di quanto mi immaginassi. Ma Miller, invece, non sta facendo di meno di quanto mi immaginassi. Più o meno, ormai, l’avevamo capito, salvo che non facesse un cambio di passo enorme a livello di mentalità. Ormai è da molto tempo in MotoGP e da lui, sinceramente, non mi aspettavo molto di più.
Marc Marquez è rientrato in MotoGP alla grande. Pensava davvero che potesse essere subito così competitivo?
No, mi ha stupito. Di testa mi è sembrato già al 100%. Invece non ho idea di quanto il fisico abbia ancora bisogno di recuperare. La mia impressione è che ci vorrà ancora un po’ di tempo, non credo che basteranno questi quindici giorni per essere in forma a Jerez. L’ho visto molto sofferente al braccio.
Anche la stessa Honda sembra in difficoltà a livello tecnico.
Lo è già da almeno quattro o cinque anni. Se avessimo tolto Marquez, la prima delle altre Honda forse non sarebbe arrivata neanche nei primi cinque, se non ricordo male. Non è una moto facile, sicuramente non è per tutti, ma questo è banale, è sotto gli occhi di tutti. Mi fa venire in mente la Ducati di Stoner.
E Valentino Rossi? Anche lei, come Lucchinelli, è dell’idea che si dovrebbe ritirare?
Io no: sono dell’idea che ognuno, dai diciotto anni in poi, debba fare quello che si sente di fare. Se chi lo guarda non condivide, magari può guardare altro. Questo accanimento contro Valentino Rossi, sinceramente, non lo capisco. Se mi chiede che cosa farei io se fossi in lui, posso dire che probabilmente io mi ritirerei. Ma se mi chiede che cosa deve fare, la risposta è: quello che si sente di fare.
Dobbiamo fidarci della sua valutazione, insomma.
Quello che ha dato lui al motociclismo non lo si può nemmeno giudicare: bisogna stare tutti in silenzio a guardare quello che fa. Io credo che ci sia ancora tantissima gente che ha voglia di vedere Valentino Rossi. Anche solo uno scherzo in qualifica come quello del Qatar, per quanto attaccato alla scia di Bagnaia. Non capisco perché glielo si debba togliere.
Sempre a proposito di Italia, sta crescendo anche la Aprilia.
Sta crescendo di brutto, questo lo ha dimostrato. Ma, con il livello di concorrenza che c’è ora in MotoGP, per me non è così semplice affermare che sia competitiva per vincere. Aspetterei ancora un po’. Essendoci quindici moto in un secondo, passare da primo a decimo è un attimo. Anche con una moto vincente, come viene dimostrato continuamente. La Aprilia può arrivare anche solo a sei secondi di distacco dal primo, che sono pochissimi in senso assoluto, ma poi diventano tanti perché in quei sei secondi ci sono quattro, cinque o sei moto. In tutte le gare, magari anche scambiandosi di posto. Oggi, togliere gli ultimi due decimi è ancora più difficile di qualche anno fa.
Dovizioso potrebbe essere il pilota giusto per togliere questi due decimi?
Non lo so, bisognerebbe capire se è ancora il Dovizioso che lottava con Marquez e magari lo batteva all’ultima curva. L’anno scorso, secondo me, non lo era assolutamente più. Ma lo imputo alla demotivazione che gli avevano creato in Ducati. Se un pilota non è a posto con la testa, a maggior ragione oggi con questi valori in campo così livellati, passare da primo a decimo è troppo facile. Dipende dalle motivazioni che sapranno creargli attorno e dipende se lui avrà voglia di rimettersi in gioco. Perché anche Dovi ha molti anni alle spalle passati nel Motomondiale e tante soddisfazioni che si è riuscito a togliere. Anche se non è riuscito mai a vincere un titolo in MotoGP, ma non è l’unico…
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Fabrizio Corgnati
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