Un rimprovero e un suggerimento che Valentino Rossi ha ricevuto da un suo collega campione, Lewis Hamilton
Tra campioni, si sa, ci si intende. In quel ristretto club di fuoriclasse sportivi capaci di vincere campionati del mondo a ripetizione si parla, per certi versi, la stessa lingua. Anche se uno corre con le due e l’altro con le quattro ruote.
Lo abbiamo capito quando Valentino Rossi ha incontrato Lewis Hamilton, un anno e mezzo fa, in un memorabile test in cui si scambiarono i mezzi: il Dottore salì sulla Mercedes di Formula 1, mentre l’anglo-caraibico sulla Yamaha di MotoGP.
Sedici titoli iridati in due, questi fenomeni dei motori mostrarono subito un grande feeling reciproco, come racconta oggi il tavulliese: “Belli quei due giorni con Lewis a Valencia“, ricorda ai microfoni della Gazzetta dello Sport. “Abbiamo parlato, siamo stati a cena, passato tempo assieme”.
Ma non mancò anche una piccola bacchettata, un rimprovero che Hamilton riservò al suo collega Rossi, dovuto alla sua indole ritardataria. Lo stesso Vale narra questo episodio con un sorriso.
“Ricordo che alle 9:15 del mattino, noi avremmo dovuto iniziare a girare alle 9 e io naturalmente ero in ritardo, hanno bussato, ho aperto e c’era Hamilton vestito da… Hamilton, con la tuta da F1: ‘Oh, dai che è tardi, siete sempre i soliti italiani'”, si fa una risata oggi il numero 46. “Abbiamo entrambi una grande passione per il motorsport, siamo molto curiosi di provare tutto”.
In tempi più recenti, però, Hamilton ha riservato anche un consiglio a Valentino Rossi: quello di smettere di concentrarsi troppo sui suoi avversari più giovani, al contrario di quanto fa lui. Un consiglio che il nove volte iridato sembra ascoltare con attenzione e prendere molto sul serio: “L’ha detto Lewis? È una cosa interessante, me la segno e magari potrà servirmi”, conclude.
A proposito di miti e di rivali (tutt’altro che giovani), però, se avesse potuto sfidare tre grandi che non ha mai avuto modo di incontrare in pista, Rossi saprebbe chi scegliere: “Mike Hailwood, Kevin Schwantz e Giacomo Agostini“.
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