Un incidente spettacolare, come altri che aveva avuto. Ma quella volta per Villeneuve non ci fu scampo. Ma entro direttamente nella leggenda
Sono passati 39 anni, ma per gli appassionati della F1 è come se fosse successo ieri. Era l’8 maggio del 1982 quando a Zolder perdeva la vita, durante le qualifiche del gran premio del Belgio, Gilles Villeneuve. Un incidente che ha segnato la storia della Ferrari e del Circus, perché il canadese non era un semplice pilota, ma un’icona.
Un ultimo giro, prima di rientrare ai box, ma non vi fece più ritorno Gilles. La voglia di essere davanti a tutti era troppa, ma il destino beffardo era lì ad attendere. Villeneuve veniva da un GP a Imola in cui lo scontro finale con Didier Pironi lo aveva visto terminare al 2° posto, nonostante gli appelli dal muretto a evitare scontri. Quella vittoria rubata fu un colpo al cuore per il canadese, che si sentì tradito dall’ormai ex amico.
A nulla era valso un incontro chiarificatore con Enzo Ferrari che, pur capendo Villeneuve, non si schierò apertamente contro Pironi, visto che comunque la scuderia aveva portato a casa (cosa più importante) una doppietta. In Belgio il canadese voleva ristabilire le gerarchie, sin dalle qualifiche. Fu Gilles che chiese a Mauro Forghieri di rimandarlo in pista a fine qualifica, anche senza gomme nuove, pur di provare a battere il tempo del compagno di box. Ma quel giro in più gli fu fatale.
Villeneuve affrontò la chicane alle spalle dei box e successivamente la discesa che immette alla Terlamenbocht ma improvvisamente si trovò davanti la più lenta March condotta dal suo ex compagno di squadra alla McLaren Jochen Mass, il quale lo vide arrivare e si spostò subito a destra, pensando che il canadese lo superasse a sinistra. Ma Villeneuve invece eseguì la manovra opposta e lo schianto fu inevitabile. Un volo terribile, con il pilota Ferrari scagliato fuori dall’auto, durante le varie carambole, finendo con il sedile a ridosso della pista, tra i paletti delle reti di protezione. Subito i soccorsi, poi la corsa in ospedale ma nella serata la decisione di staccare le macchine che lo tenevano in vita: troppo gravi le ferite riportate nell’impatto.
Solo 67 GP, nei quali ha raccolto 6 vittorie, 13 podi, 2 pole e 8 giri veloci. Per un qualsiasi altro pilota sarebbe ben poca cosa. Ma Gilles Villeneuve in quei 67 gran premi ha sempre fatto qualcosa di speciale, andando anche oltre i limiti. Ed è così che ha conquistato l’amore sconfinato dei tifosi della Ferrari.
In pista non era mai banale, c’era sempre da aspettarsi qualcosa di speciale, perché la sua guida spericolata e generosa concedeva sempre emozioni. Come a Zandvoort 1979, quando girò tutta la pista con tre ruote per oi rientrare ai box chiedendo di ripartire. Oppure come a Montrèal 1981, dove sotto un autentico diluvio corse completamente alla cieca, visto che l’ala anteriore danneggiata gli ostruiva la visuale.
Ne aveva avuti di incidenti, anche spettacolari. E tanti quell’8 maggio del 1982 erano in attesa che uscisse ugualmente indenne da quel terribile schianto. Perché Gilles era sempre riuscito a cavarsela. Non quella volta, ma quel volo lo ha comunque proiettato ancor più in alto nel cuore dei tifosi. Lo ha proiettato direttamente nel mito.
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