A Monaco Bandini se ne andò neanche trentenne, dopo un incidente incredibile, le cui cause non sono state mai chiarite realmente
Un grande campione e una fine incredibile. Era il 10 maggio del 1967 quando morì Lorenzo Bandini, che tre giorni prima nel Principato di Monaco fu protagonista di un gravissimo incidente.
Era il 7 maggio del 1967, quando a Montecarlo si disputava il gran premio più bello di tutta la stagione. E in prima fila c’era proprio lui, Lorenzo Bandini con la sua Ferrari. La partenza fu perfetta, prese subito la testa della corsa che però dovette cedere dopo poche tornate a Hulme e Stewart. Rimase però davanti a un gruppetto formato da Surtess, McLaren e Clark, fino a quando con il ritiro di Brabham passò in seconda posizione.
Bandini e quell’incidente mai del tutto chiarito a Monaco
A dividerlo da Hulme c’erano però anche due doppiati, Rodriguez e Graham Hill. Il primo si fece subito da parte mentre il secondo, che forse non aveva ancora dimenticato l’episodio accaduto in Messico qualche anno prima, lo ostacolò per ben due giri facendo risalire il distacco dal leader fino a 12 secondi. Il recupero verso la vetta fu sfiancante, tanto che Bandini accumulò un gap dalla testa di oltre 20″.
Al giro numero 82 la tragedia: la sua Ferrari arrivò alla chicane dopo il tunnel ad una velocità troppo alta, perse il controllo della vettura che si ribaltò più volte, prima di essere avvolta dalle fiamme. Le cause? Forse una macchia d’olio dovuta a un ritiro proprio a inizio GP, forse la stanchezza che portò Baldini a entrare in quella curva in quinta marcia invece che in terza.
Le cronache raccontano che i commissari cercarono immediatamente di capire dove si trovasse il pilota italiano, convinti che fosse stato scaraventato fuori dall’abitacolo durante lo schianto, magari in mare come accadde ad Ascari qualche anno prima. E invece Bandini era ancora lì, dentro il suo abitacolo che bruciava. La Ferrari n° 18 venne subito capovolta da due commissari e due civili, il principe di Borbone e l’amico di Lorenzo, Giancarlo Baghetti, accorsi subito su luogo dell’incidente.
Il corpo del pilota venne immediatamente estratto e trasportato d’urgenza all’ospedale di Montecarlo. Ma le condizioni apparvero subito gravissime: le lamiere erano entrate nel fianco sinistro causando lesioni alla milza e al polmone, mentre oltre il 60% del corpo era ricoperto da ustioni gravi. Morì dopo circa 70 ore di sofferenza e agonia il 10 maggio del 1967.
Un campione gentile
Una tragedia che colpì profondamente il Paese. Sì perché Bandini era il classico esempio di colui che era riuscito grazie alla sua tenacia ad arrivare tra i grandi della F1. Incarnava alla perfezione lo stereotipo del bravo ragazzo che dopo anni di sacrifici e tanto sudore era riuscito a coronare un sogno. E invece la sua vita e la sua carriera si spezzarono lì, a Monaco, a poco più di trent’anni. Quando ancora alimentava il suo sogno iridato. Chissà infatti cosa avrebbe combinato quell’anno. Di certo c’è che ancora oggi, a 54 anni di distanza, il suo ricordo rimane, come quello di una tragedia incredibile.
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