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Motomondiale

Valentino Rossi a Le Mans: vittorie, delusioni e inconvenienti incredibili

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Oscar Slaifer

Tre successi al Bugatti, poi una sfilza di podi ma anche tanti bocconi amari mandati già. La storia del Dottore in terra francese

L’ultimo successo di Rossi a Le Mans, datato 2008 (Photo by Bryn Lennon/Getty Images)

Un pilota ormai entrato nel mito, un circuito che ha fatto la storia delle due e quattro ruote. Il rapporto tra Valentino Rossi e Le Mans è di quelli non troppo vincenti, ma anche qui, in terra francese, il Dottore ha scritto belle pagine di storia del motociclismo.

Rossi, il podio all’esordio e le tre vittorie

Il primo approccio di Valentino con il Bugatti avviene nel 2000, la sua prima stagione nella classe regina con la Honda. Dopo il decimo tempo in qualifica, una gara in grande rimonta che lo porta al terzo posto finale. Si tratta del primo di una lunga serie di podi in Francia. Il Dottore si ripeterà anche l’anno successivo, finendo dietro al duo Yamaha Biaggi-Abe, mentre nel 2002, il primo dell’era MotoGP, il primo trionfo in una gara interrotta perla troppa pioggia a sette giri dalla fine.

Epico lo scontro con Sete Gibernau nel 2003, con lo spagnolo che alla fine la spuntò per poco più di un decimo e mezzo, negando il bis a Rossi, che l’anno successivo rimase ai piedi del podio. Nel 2005 si consumò invece la “vendetta” nei confronti di Gibernau, che ebbe la peggio in un finale anche qui molto tirato, risolto dal campione di Tavullia che chiuse con poco più di tre decimi di vantaggio il gran premio.

Nel 2006 invece il primo degli episodi sfortunati di Rossi a Le Mans. Che fosse una stagione disgraziata per il pilota italiano lo si capì proprio in Francia, quando in bagarre per punti importanti dovette fermarsi per problemi tecnici. Uno zero che poi pagò amaramente a fine stagione, quando a Valencia arrivò il trionfo di Nicky Hayden.

La stagione successiva, quella del duello con Casey Stoner, finisce ancora una volta male per Vale, che arriva sesto sotto la pioggia, con ben 24 secondi di ritardo dall’australiano. Un vero smacco. Nel 2008 però non c’è storia. Accanto a lui c’è Jorge Lorenzo, che in gara non può nulla contro l’italiano e chiude in seconda posizione, con un tris tutto Yamaha completato da Colin Edwards. È questo l’ultimo successo di Rossi in terra francese.

Dodici anni di digiuno e con pochi lampi (rossi)

Dal 2009 in poi per Valentino a Le Mans saranno poche le soddisfazioni. Nel 2010, dopo la pole, chiude dietro a Jorge Lorenzo in gara, mentre nei due anni successivi, quelli complicati in Ducati, le uniche vere gioie con un terzo e un secondo posto, aiutato anche dalla pioggia.

Nel 2013, il primo nella classe regina di Marquez, parte anche bene ma quando è nel pieno della bagarre scivola e chiude 12°. Si rifà l’anno dopo, chiudendo proprio dietro al campione del mondo, così come nel 2014, quando è Lorenzo a batterlo. Così come la stagione successiva, quella del fattaccio di Sepang, l’ultima in cui Rossi ha lottato realmente per il titolo, ma la storia si ripete anche nel 2016, con la terza piazza d’onore di fila del campione di Tavullia (ancora una volta beffato dal maiorchino).

Poi quasi solo bocconi amari. Nel 2017 finisce fuori a un giro dal termine quando prova a togliere la vittoria a Maverick Vinales, mentre l’ultima fiammata arriva nel 2018 con il terzo posto dietro a Marquez e Petrucci. Nel 2019 un gran premio maledetto, con la perdita della catena nelle prove e il quinto posto la domenica, senza mai poter lottare realmente per il podio. Lo scorso anno per Rossi il GP di Francia è durato solo una curva. Ora c’è la voglia di invertire la tendenza. E chissà che l’aria di Le Mans non gli faccia bene.

LEGGI ANCHE —> Valentino Rossi, perché a Le Mans lui (e i tifosi) si attendono la svolta

Rossi torna ai box dopo la caduta al primo giro del Gp di Le Mans 2020 (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)
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