Sainz ammette che la strada verso il feeling perfetto con la sua Ferrari SF21 è ancora lunga. Diversi gli aspetti da migliorare.
Ottavo, quinto, undicesimo e settimo. L’inizio di avventura con il colori del Cavallino di Carlos Sainz non è stato finora particolarmente esaltante. Mai scoppiettante, a volte sacrificato a favore del capitano Leclerc, lo spagnolo resta ancora un punto interrogativo, impossibile da giudicare con cognizione di causa. Di sicuro, se qualcuno pensava che appena salito sulla SF21 sarebbe stato in grado di lottare con il collega di box, sarà rimasto deluso. Un po’ perché non conosce la macchina, un po’ perché non si è ancora amalgamato al 100% con la squadra.
Calitos ha individuato il problema
La paura di sbagliare, di buttare via punti utili alla scuderia, sapendo bene di avere tra le mani una vettura competitiva solo a metà con una concorrenza piuttosto agguerrita, sta evidentemente influenzando il suo approccio al weekend.
“Ciò che è certo è che devo migliorare, diventare più fiducioso in partenza. Lavorare sul sistema di start che mi permetta di fare i primi 100 metri alla perfezione”, ha dichiarato ad F1i.com.
A differenza di Charles il #55 non è stato finora in grado di individuare la chiave per leggere una monoposto che per forza di cose non potrà consentire al duo Ferrari di compiere miracoli, ma che potrebbe almeno regalargli il podio costruttori. “E’ necessario fare tutto bene per portare a casa risultati. Occorre innanzitutto compiere un gran giro nel Q3, scattare davanti e non avere problemi”, ha analizzato il madrileno, oggi ottavo della generale con 20 punti.
Reduce da due campagne in McLaren in cui la costanza è stata il suo cavallo di battaglia a differenza del più talentuoso ex team-mate Lando Norris, il ferrarista spera di recuperare quella caratteristica che per adesso pare aver smarrito.
Chiara Rainis