Un fine settimana complicato sul circuito francese per la Ducati, che però ha portato a casa un successo e un quarto posto. Ma guai a commettere altri errori
Doveva essere un weekend da protagonisti quello di Le Mans per la Ducati. E lo è stato, anche se con qualche brivido di troppo. E non solo dovuto all’insolito freddo incontrato sulla pista francese ma per l’andamento del weekend. Di sicuro quella che doveva essere una pista amica si stava trasformando in una occasione sprecata.
Le Mans pista “amica” solo sulla carta
Il Bugatti doveva essere il primo dei tre circuiti in cui la Rossa di Borgo Panigale doveva esprimere tutto il suo potenziale, ma la domenica il risultato poteva essere ben diverso rispetto alle aspettative. Le condizioni di umido, poi di asciutto e nuovamente di bagnato hanno condizionato tutti, ma in particolare la Ducati che, seppur superiore alla concorrenza anche in certe circostanze (lo dice la storia), ha per poco buttato all’aria un risultato importante, fin dalle qualifiche.
Pecco Bagnaia infatti è sì incappato in un weekend particolarmente sfortunato, ma dobbiamo dire che l’errore fatto ai box sulla scelta della mescola della gomma in prova lo ha messo in una situazione molto rischiosa, che ha pagato amaramente il sabato, quando è dovuto passare per la trappola della Q1, che non ha superato, vista la folta concorrenza che c’era.
Errori del genere, se si vuole puntare al Mondiale, sono da non ripetere, soprattutto su piste dove si parte con i favori del pronostico. Per fortuna la frenesia non si è impadronita del box e di Bagnaia, che in gara, in condizioni comunque difficili, ha messo in atto una rimonta costante e decisa che lo ha portato ai piedi del podio dalla sedicesima piazza. E poco importa se la testa del Mondiale è persa per una manciata di punti. Si è rimediato a un errore con una grande strategia e calma mentale che deve rimanere tale fino alla fine del campionato. Ed è questo un punto positivo che va assegnato alla Ducati e che fa ben sperare per il futuro.
La forza (ritrovata) di Miller
Di positivo c’è anche il talento sbocciato di Jack Miller. Di qualità ne ha da sempre, ma sembrava aver perso qualcosa con il salto nel team ufficiale. Dopo aver pagato anche a livello mentale nelle prime uscite, l’australiano della Ducati ha trovato la svolta a Jerez e a Le Mans ha messo in piedi l’ennesima prova di forza.
Non ha perso la calma quando era a sandwich tra le due Yamaha, anzi, ha tirato fuori un coraggio enorme nel momento più delicato, prima del flag to flag, quando la pista era diventata una vera saponetta a causa dell’acqua e del vento che soffiavano sul Bugatti. E poi la tranquillità con cui ha controllato la situazione, una volta in testa, quando da dietro potevano rimontarlo. È sintomo di un feeling che cresce sempre più tra pilota e moto ma anche di una serenità mentale che sarà la chiave di volta da qui alla fine per Ducati.
Ora testa al Mugello, dove si rinnoverà la lotta con la M1 e i suoi alfieri. Ma con questa testa, le rosse possono diventare imbattibili.
LEGGI ANCHE —> Miller, bis d’autore a Le Mans. Bagnaia, che rimonta. L’analisi della gara