Il CEO della Williams Capito torna sul famoso episodio di Imola quando tra Russell e Bottas sono volate parole e non solo.
In quel contatto al Santerno c’è stato un condensato di tutto. Per Bottas la voglia di dimostrare di meritare il rinnovo in Mercedes e per Russell quella di valere la promozione magari proprio al posto del finlandese. Probabilmente se la collisione fosse accaduta tra due piloti diversi anche la reazione sarebbe stata meno sanguigna ed invece a Imola abbiamo visto George perdere la sua classica aplomb britannica, e il mite Valtteri mostrare un dito lontano dal suo costume.
Tornato sul fattaccio e sullo schiaffetto allungato dal #63 sul casco del #77 quando entrambi erano sulla ghiaia, il CEO della Williams Jost Capito ha rivelato di non essere stato lui a spingere il suo pilota a chiedere pubblicamente perdono per il gesto.
“Personalmente io non mi sarei scusato con il finlandese, ma non lo biasimo. Ognuno è diverso”, ha dichiarato ad Auto Motor und Sport. “I corridori devono mantenere la propria personalità, essere onesti e aperti”.
E’ chiaro che il 23enne, dopo aver perso la pazienza, abbia voluto velocemente metterci una pezza cospargendosi il capo di cenere per la paura di perdere il treno di Stoccarda. Un atteggiamento, questo che l’ex Volkswagen non ha particolarmente apprezzato.
Passando poi agli aspetti più pratici legati alla scuderia, il manager tedesco ha smentito che con l’arrivo della Dorliton Capital e l’accordo con le Frecce Nere per la fornitura di motore e cambio a Grove si perderà il carattere di indipendenza. “Quando si acquistano delle componenti, non si diventa dipendenti. Il propulsore e la trasmissione sono un’unità sola, dunque se si prende un pezzo si prende tutto, ma lo sviluppo tocca a noi”, ha spiegato ribandendo comunque la volontà di non trasformarsi in un team B di nessuno.
Chiara Rainis
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