Il talent scout Red Bull Marko replica alle accuse di irregolarità della RB16B e punta il dito contro altre squadre.
E’ destinata a non arrestarsi la polemica fatta deflagrare da Lewis Hamilton a proposito della presunta ala un po’ troppo flessibile della Red Bull. Per chi non avesse seguito la vicenda dall’inizio, ricordiamo che il britannico aveva avanzato sospetti al termine del GP di Spagna, dopo essere rimasto a lungo in coda a Verstappen.
Gli austriaci sono in buona compagnia
Raggiunta da questa osservazione/insinuazione, tattica e volta a innervosire gli avversari, la scuderia che ha base a Milton Keynes si è affrettata a difendersi. Dapprima attraverso le parole del boss Christian Horner, poi tramite il solito fumantino Helmut Marko, il quale ha indirizzato il radar su altre macchine.
“La nostra ala ha superato i test di carico”, ha affermato a Motorsport-Total.com. “Ora, saranno introdotti dei nuovi criteri che cambiano le linee guida. In ogni caso il provvedimento colpirà pure altre squadre”.
Nello specifico, il cacciatore di talenti avrebbe individuato in Alpine e Alfa Romeo le principali “vittime” del regolamento che entrerà in vigore il prossimo 15 giugno, ma le realtà obbligate a rivedere i profili potrebbero essere più numerose.
E’ bene dire che l’equipe fondata da Dietrich Mateschitz non ha negato la flessibilità dell’ala sfoderata al Montmelo, ma ne avrebbe soltanto minimizzato i benefici, limitati a tre decimi. “Avevamo optato per una rear-wing più scarica perché eravamo troppo lenti in rettilineo”, ha spiegato il 78enne rivelando come questa scelta abbia consentito un recupero di velocità importante, balzato all’attenzione del sette volte iridato.
Per l’ex pilota di Graz l’eventuale ritocco aerodinamico non dovrebbe rappresentare un problema per il team. “Non sarà un aspetto decisivo. Ricordo che avevamo dovuto rivedere due o tre volte le ali anteriori nel periodo in cui dominavamo e i valori non si erano modificati”, ha chiosato tranquillo.
Chiara Rainis