Tra i due campioni più vincenti della storia, Lewis Hamilton e Michael Schumacher, chi è stato il migliore? Eddie Jordan dice la sua
La domanda spacca letteralmente in due non solo i tifosi e gli appassionati, ma anche gli stessi addetti ai lavori del paddock della Formula 1. Chi è stato il pilota più forte tra i due più vincenti di tutti i tempi: Lewis Hamilton e Michael Schumacher?
I numeri parlano chiaro: entrambi hanno al loro attivo sette titoli mondiali, ma l’inglese ha 98 vittorie e 100 pole position, contro i 91 successi e le 68 partenze al palo del tedesco. Schumi, d’altro canto, nel corso della sua carriera non è mai stato battuto da un compagno di squadra, mentre Lewis è stato sconfitto da Jenson Button alla McLaren nel 2011 e da Nico Rosberg nella corsa al Mondiale 2016 alla Mercedes.
Eddie Jordan punta su Lewis Hamilton
Un ex team principal come Eddie Jordan, però, sembra avere le idee piuttosto chiare su questo ballottaggio tra epoche: “Entrambi sono unici, perciò dover scegliere un vincitore mi rende quasi schizofrenico”, ci scherza sopra ai microfoni del sito specializzato teutonico F1 Insider. “Ma scelgo Hamilton“.
Il motivo è semplice: “Lewis non ha mai vinto i suoi titoli con una collisione, come Michael fece ad Adelaide nel 1994. Il periodo di Lewis alla Mercedes non è mai stato macchiato da sospetti di imbrogli. Mi ricordo ancora quanto Michael soffrì quando la Benetton fu accusata di aver utilizzato un controllo di trazione illegale nel 1994. E nel suo periodo alla Ferrari più di qualcuno puntò il dito contro la Rossa”.
Il posto speciale di Schumacher e Senna
Ma questo non deve comunque oscurare la stella del grande Schumacher: “Queste voci non diminuiscono le prestazioni di Michael”, mette in chiaro Jordan. “Entrambi sono stati semplicemente enormi nella loro professione”.
C’è però una leggenda del passato che, secondo Eddie, merita di stare ancora più in alto: “Ayrton Senna è fuori concorso per me. Era un mago sotto tutti gli aspetti. Purtroppo è morto troppo presto per poterlo valutare obiettivamente. Senza quell’incidente a Imola, avrebbe chiuso la sua carriera con molti più di tre titoli mondiali. Non posiamo dimostrarlo, ma io ne sono sicuro”.
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