Nel GP di Le Mans si sono contati ben 117 cadute, un record negativo che spinge piloti e organizzatori a riflettere su un cambio di data.
Il week-end del Gran Premio di Le Mans sarà ricordato soprattutto per il gran numero di cadute. Le basse temperature, il bagnato e quella curva 3 dove sono scivolati in tanti sono stati materia di discussione in Commissione di Sicurezza, dove i piloti si sono trattenuti più del solito sabato pomeriggio. Alla fine si è deciso di intervenire posticipando di 40 minuti l’inizio dei warm-up della domenica, ma per il futuro si sta pensando di cambiare data e posticipare la tappa francese di qualche settimana o più.
Già nel 2020 il GP di Le Mans si è distinto per il gran numero di cadute, un centinaio, quindi il fenomeno transalpino è ormai noto da tempo. Non tanto per le condizioni dell’asfalto su cui si è intervenuto di recente e garantisce un ottimo grip, quanto per condizioni atmosferiche. Venerdì si sono contate ben 44 cadute (38 nel 2020), senza contare quelle subite in MotoE e Northern Talent Cup. 21 per la Moto3, 13 per la Moto2 e 10 per la MotoGP.
Sabato poi si sono verificate 33 cadute, di cui 18 in Moto3, 6 in Moto2 e 9 in MotoGP. La pioggia caduta domenica non ha migliorato la situazione e il bollettino serale riporta altre 40 cadute da dividersi tra le 12 in Moto3, le 17 in Moto2 e le 11 in MotoGP. Nei tre giorni del week-end francese si sono quindi conteggiati 117 incidenti, contro le 67 di Jerez, 47 a Portimao, 37 in Qatar-1 e 27 in Qatar-2. Per evitare tanti rischi si parla di invertire la gara del Mugello con quella di Le Mans, ma la soluzione non sembra pienamente condivisa.
Dall’inizio del campionato il pilota che ha riportato il maggior numero di cadute è Hector Garzò della middle class. Seguono Aleix Espargaró, Pol Espargaró e Álex Márquez a quota 7. Marc Marquez conta ben 4 cadute nel solo week-end di Le Mans.
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