Una prima posizione e poi un botto che potrebbe costare caro a Leclerc. Ma che bello rivedere una Ferrari competitiva. Lewis sottotono, disastro Schumi
L’ha sempre sognata una pole a Montecarlo, davanti alla sua gente. E stavolta Charles Leclerc ce l’ha fatta. Per di più con la Ferrari, una soddisfazione doppia. Per il monegasco una prima fila meritata, ma quanta paura per quello schianto finale.
Che bello rivedere la Rossa davanti a tutti, un anno e sei mesi dopo. E poi su un circuito storico come quello del Principato. Merito di un Leclerc che ha tirato fuori il meglio dalla SF21, che è stata capace di tirare fuori qualcosa in più anche in qualifica, nonostante la concorrenza si sia avvicinata molto.
A partire dalla Red Bull, con un Max Verstappen che ha cullato il sogno di partire davanti a tutti ma si è dovuto arrendere a una Ferrari superiore. Ora però domani dovrà cercare di non strafare, anche perché ha l’opportunità di guadagnare parecchi punti in chiave iridata e non è di certo Leclerc il suo rivale in questa corsa iridata.
C’è da capire però se Verstappen non ottenga all’ultimo minuto il “regalo” della pole. Sì perché il botto finale del monegasco rischia di vanificare tutto per la Rossa di Maranello, che potrebbe arretrare di cinque posizioni in caso di cambio danneggiato. E sarebbe una ulteriore beffa per Leclerc, che con il circuito di casa non ha un bel rapporto in gara. E partire dietro vorrebbe dire addio speranze di podio.
Un vero peccato che lì davanti non sia delle festa Carlos Sainz Jr., lui che per tutte le libere ha fatto vedere un passo decisamente importante. Dovrà partire dalla quarta casella ma potrebbe sfruttare la partenza mai troppo puntuale di Valtteri Bottas per prendersi una terza piazza che sarebbe vitale.
Già, Bottas. Il finlandese ha tenuto alto il nome della Mercedes in un weekend che finora è al di sotto delle aspettative per la macchina anglo-tedesca. Buono il salto di qualità da giovedì, ma non è bastato per stare davanti a tutti. Ora però dovrà inventarsi una gara di sostanza, lo deve a se stesso e al team, che ormai lo tiene d’occhio ogni gp per capire cosa fare a fine anno.
Se c’è qualcuno che ha pienamente deluso finora è Lewis Hamilton. E pur vero che qui sulle stradine di Montecarlo il britannico non ha mai brillato particolarmente, però da un campione del genere ci si aspettava un altro piglio. Giovedì era sembrato essere comunque guardingo, voglioso di non strafare e di tenersi in canna tutto per le qualifiche. E invece qualcosa è andato storto. E partire dalla settima casella sarà molto complicato. Così rischia davvero di perdere punti pesanti in chiave mondiale.
Chi ha stupito (e finalmente direi) è Sebastian Vettel. Ottavo tempo, una Q3 che mancava da tanto, troppo tempo al tedesco. È uscito fuori nel circuito dove i campioni fanno la differenze, quasi sempre. E lui ha fatto vedere che non si è dimenticato come si guida. Gli serve solo un’Aston Martin più performante. E chissà se questa stagione ce l’avrà mai. Intanto si gode questa giornata, lui che può. Visto che c’è un altro campione come Fernando Alonso che piange lì dietro per un’Alpine non all’altezza e per aver preso (ancora una volta) paga dal compagno Ocon.
Gioisce invece Antonio Giovinazzi, in Q3, che ha dimostrato talento e carattere da vendere sul circuito più delicato del Circus.
Ma non mancano anche altre note. Purtroppo dolenti. E parliamo di Mick Schumacher. E pensare che Steiner gli aveva detto di fare attenzione ai muretti di Montecarlo. Lui invece per due volte ha distrutto la monoposto, facendo sembrare un fenomeno il compagno Mazepin. Un noviziato qui sul circuito più complicato del Mondiale che ci aspettavamo fosse più semplice per uno come lui. Ma non è stato così.
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