Era il 22 maggio del 2017 quando dopo cinque giorni di lotta, Hayden morì a Cesena dopo un incidente mentre era in bici. E ancora oggi i tifosi lo ricordano
Sono già passati quattro anni da quel terribile 22 maggio. Una delle giornate più brutte per il mondo del motociclismo. Perché se ne andò Nicky Hayden, uno dei piloti più simpatici e apprezzati del Motomondiale e non solo. E il ricordo di Kentucky Kid è vivo ancora oggi.
Hayden si spense all’ospedale Bufalini di Cesena dopo giorni in cui ha lottato tra la vita e la morte a causa di un incidente incredibile, mentre si allenava in bici a Misano, a due passi dal circuito. All’incrocio tra via Ca’ Raffaelli e via Tavoleto una serie di sciagurati errori portò all’impatto fatale. Nicky che non rispettò lo stop, l’auto che arrivava era di poco sopra il limite.
La corsa in ospedale, l’arrivo dei parenti dall’America, la speranza che tutto potesse volgere per il meglio, poi, dopo qualche giorno di lotta, la resa.
Quel 22 maggio del 2017 sconvolse il mondo del Motorsport. Perché Nicky Hayden non era solo un campione in pista, ma anche fuori. Perché l’americano era amato da tutti, piloti e tifosi. Il suo sorriso era contagioso, così come la sua simpatia.
Era arrivato sul tetto del mondo, dopo aver conquistato la sua America, lui che veniva dalle campagne del Kentucky. In pista veniva nominato “il mostro della Laguna”, in onore delle sue splendide vittorie sul suo circuito di casa, Laguna Seca. Arrivò in MotoGP in punta di piedi, imparò e poi vinse, nel 2006, un titolo strameritato.
E a chi gli diceva che il trionfo fosse arrivato solo per la scivolata di Valencia di Valentino Rossi, lui rispondeva sempre, in maniera garbata: “Io questo titolo l’ho meritato. Ricordate che la pista non mente mai”. Ed è vero. Era un talento vero, che dava gas come non mai in pista, lottava con i migliori al mondo ma poi, una volta tolti casco e tuta, tornava un uomo normale.
Dopo la MotoGP, anche l’esperienza in Superbike con la Honda. L’ultimo podio proprio a Laguna Seca, nel 2016, davanti al pubblico amico. Una sorta di addio per chi non ha mai cercato la fama a tutti i costi o il denaro, ma che ha voluto semplicemente fare quello che sapeva fare meglio: correre. E realizzare i sogni di un bambino cresciuto nel Kentucky. Ed è questo che ha reso speciale Hayden. Ed è questo che lo ha reso il campione di tutti. Un campione che ancora oggi non viene dimenticato.
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