Monaco è solo un primo campanello d’allarme per l’invincibile Mercedes. Vedremo come la casa di Stoccarda saprà reagire
Un weekend da dimenticare per Lewis Hamilton, mai in gara, mentre per Valtteri Bottas un ritiro al pit stop per un problema tecnico. Il GP di Monaco per la Mercedes è stato un fallimento in piena regola, certificato dalla perdita della testa sia del Mondiale piloti che di quello costruttori.
Mercedes, tra errori di strategia e problemi tecnici
Le prove avevano sì mostrato una Mercedes in ombra, ma visti i precedenti si pensava a una strategia ben calcolata, con un motore non così potente che sarebbe tornato al massimo per le qualifiche. Ma il salto di qualità c’è stato solo a metà. Solo Bottas ha salvato la baracca, con un Hamilton invece costretto alla settima posizione per gli errori di assetto dei suoi ingegneri.
In gara però è andata anche peggio. Nessun salto di qualità per l’inglese, finito dietro anche all’Alpha Tauri di Gasly, per colpa nuovamente di una decisione errata del box. Mentre per il finlandese una corsa sempre alle spalle di Verstappen ma chiusa sul più bello per colpa del dado della ruota anteriore sinistra che non si è svitato. Un problema tecnico ancora non chiaro, che potrebbe essere dovuto a un nuovo errore dei meccanici Mercedes.
Un “disastro” da dimenticare in fretta
“Dobbiamo imparare la lezione. Da parte nostra è un grosso errore che non dovrebbe accadere”, ha detto Bottas a fine gara. Ed è il mantra che tutta la scuderia Mercedes ha ripetuto in questa domenica maledetta di Montecarlo.
Mai così arrabbiati Hamilton e Bottas, ma ad essere infuriato è anche il team principal Toto Wolff. “Ho visto Charles (Leclerc, ndr), per lui è stato un disastro, e non è andata meglio a noi – ha ammesso -. Per tutto il week end non c’è stato ritmo, non siamo stati abbastanza veloci, semplice”. Ora però c’è da voltare in fretta pagina. Tra due settimane si va a Baku, dove le “nere” partono favorite, prima del tris Francia-Austria-Stiria dove la Red Bull può ancora una volta dire prepotentemente la sua. Monaco è solo un primo campanello d’allarme. Vedremo come la casa di Stoccarda saprà reagire.
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