Il direttore generale di Ducati Corse, Gigi Dall’Igna, sarebbe corteggiato da una scuderia rivale che vorrebbe strapparlo a Borgo Panigale
Una voce clamorosa, quella che ha iniziato a circolare nel paddock della MotoGP a pochi giorni dal Gran Premio del Mugello. Quello di casa per i nostri piloti italiani, ma anche per tecnici di primo piano come Gigi Dall’Igna e per la sua Ducati, di cui è direttore generale.
Ecco, proprio l’ingegnere veneto è al centro di questa indiscrezione veramente inaspettata, secondo la quale starebbe proprio in questi giorni valutando un’offerta che ha ricevuto, per lasciare Borgo Panigale e passare ad un’altra squadra rivale.
Per la precisione, la Honda. Che il lavoro di Dall’Igna abbia suscitato l’interesse della Casa alata, non stupisce più di tanto: del resto, lui è stato l’artefice della rinascita della Rossa in questi ultimi anni, fino al punto in cui oggi la scuderia italiana è in lotta per il Mondiale con Pecco Bagnaia e Jack Miller.
Né sbalordisce l’idea che a Tokyo stiano cercando un sostituto per Alberto Puig, attuale team principal della Hrc, reduce da una stagione disastrosa con l’assenza di Marc Marquez e che tuttora non può essere troppo soddisfatto dei risultati della sua squadra in questo inizio di 2021.
L’ipotesi che però, per prendere il posto di Puig, potesse essere contattato proprio Dall’Igna era però ritenuta davvero incredibile fino ad oggi. Anzi, a dire il vero c’è chi non ci crede nemmeno dopo l’uscita di queste notizie.
Si tratta di Livio Suppo, che di Puig è stato il predecessore nel ruolo di team principal della Honda. “Non so da dove salti fuori questa cosa, mi sembra una follia”, smentisce tutto ai microfoni del sito Mowmag. “Dall’Igna e Puig non c’entrano nulla l’uno con l’altro, oltretutto Puig è un ex pilota”.
Secondo Suppo, il marchio nipponico non darebbe mai ad uno straniero le chiavi del suo reparto tecnico: “Gli ingegneri Honda sono da sempre giapponesi, al limite hanno introdotto figure da altre nazionalità sul lato tecnico, ma solo da quando c’è quest’elettronica unica. Soprattutto italiani, che penso siano stati di grande aiuto per capire il software Magneti Marelli. Tolto questo, il lavoro ingegneristico viene fatto in Giappone da giapponesi”.
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