Come fa Valentino Rossi a continuare a correre in MotoGP anche a quarantadue anni? Ce lo racconta chi lo conosce molto bene
I suoi risultati non saranno più quelli dei tempi migliori, in cui riusciva a portare a casa titoli mondiali a ripetizione, e questo è un dato di fatto.
Ma ce n’è un altro, almeno altrettanto inequivocabile: Valentino Rossi, a quarantadue anni ormai suonati, è ancora sulla griglia di partenza della MotoGP, a correre al massimo livello del motociclismo sportivo, a confrontarsi con i migliori, che hanno la metà dei suoi anni.
Il racconto di Bagnaia su Valentino Rossi
E anche questa, da sola, non è certamente un’impresa di poco conto. Il Dottore è stato in grado di realizzarla (e non è detto che non la protragga anche nella prossima stagione) perché ha una dote speciale. Quale, la spiega Pietro Bagnaia, padre del pilota della Ducati Pecco e manager del team Bardahl VR46, che porta alte le insegne del fenomeno di Tavullia nel campionato italiano Civ e, in questo weekend, come wild card nel Mondiale Moto3 al Mugello.
“Vale, come sportivo, è una star planetaria e tutto il mondo lo conosce”, racconta Bagnaia nell’intervista esclusiva che ha concesso ai microfoni di TuttoMotoriWeb.it. “Si può fare il tifo per lui oppure no, ma non si può non apprezzare tutto quello che ha fatto in questi anni per il nostro sport. Ma, a livello umano, è anche estremamente curioso”.
Una passione senza fine
E proprio questa curiosità lo spinge a lavorare con i giovani talenti emergenti, quelli che scopre e svezza nella sua accademia. Trasmettendogli, prima della tecnica per andare forte in moto, la grande passione per questo sport. Quella che lo ha sempre animato. “Quando arrivò nella Academy, che non era ancora strutturata come oggi, mio figlio non lo conosceva: era un pulcino arruffato di 16 anni”, ricorda Bagnaia Senior. “Ma Vale gli è sempre stato vicino con l’esempio, facendogli vedere come si muoveva. E Pecco assorbiva il suo modo di vivere, la spensieratezza, la gioia di andare in moto”.
Insomma, è questo inesauribile divertimento per le due ruote a rendere Valentino Rossi ancora un ragazzino, almeno agonisticamente parlando: “Alla base di tutto c’è sempre Vale, che fa da traino, è il vulcano della passione”, conclude Pietro. “A volte i discorsi che sente dai ragazzini giovani lo fanno ridere, ma lui ne trae una grande gioia. VR46 è prima di tutto una filosofia: chi non la vive, non la conosce e magari la contesta. Ma i ragazzi che ci stanno dentro sono sempre super entusiasti”.
LEGGI ANCHE —> Bagnaia a TMW: “Vi racconto la lezione di Valentino Rossi ai suoi allievi”