A Montecarlo la Red Bull avrebbe avuto paura di perdere la gara. Il talent scout Marko svela il retroscena su Verstappen.
Hanno temuto di veder sfumare la vittoria più prestigiosa del calendario della F1. Per questo gli energetici hanno preferito non far rientrare Verstappen nelle ultime tornate del GP di Monaco per montare le gomme soft e tentare il colpaccio del giro veloce.
A confessarlo è stato il cacciatore di talenti Helmut Marko, il quale ha giustificato il “regalo” fatto ad Hamilton, proprio con la paura di qualche intoppo che avrebbe rovinato la festa alla squadra. “Quando Max ha iniziato a chiedere chi lo avesse realizzato e con quale tempo lo abbiamo bloccato immediatamente, urlandogli di non pensarci affatto”, le parole dell’austriaco a Motorsport.com.
Effettivamente il mondiale in corso si sta rivelando piuttosto combattuto e qualsiasi imprevisto può far perdere terreno.
Mai come in questo campionato in Red Bull sembrano credere alla coppa più prestigiosa che manca dalla bacheca di Milton Keynes dal 2013, anno del sigillo finale di Vettel, di conseguenza le prossime corse saranno affrontate da parte loro con tattica e atteggiamento da ragionieri.
Ma ad aumentare le speranze dell’equipe austriaca è soprattutto la crescita come ragazzo e pilota mostrata dal #33, ormai lontano parente di quello sfrontato degli inizi. “Ha raggiunto un differente livello di maturità”, ha affermato il manager di Graz. “E credo che questo successo gli darà un’ulteriore spinta, fiducia e controllo maggiore alla guida”.
Dunque, a fronte di questa una nuova consapevolezza, per quale motivo nel garage Red Bull c’era così tanta agitazione nel Principato? Secondo quanto ha svelato il plenipotenziario la tensione era data dalla necessità di spezzare una maledizione, quella che fino al weekend scorso aveva impedito alla scuderia di arrivare davanti nella corsa monegasca malgrado una vettura competitiva.
Chiara Rainis
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