Pur addolorato per la tragica scomparsa di Jason Dupasquier, Franco Morbidelli non era d’accordo con la proposta di annullare la gara
“Noi che corriamo siamo spinti dalla pura passione per il motociclismo. Affrontare questa gara, ma anche parlarne in questo momento, non è stato facile. Non ho molto da dire al riguardo”.
Anche Franco Morbidelli, come del resto tutti i suoi colleghi, è rimasto comprensibilmente e umanamente scioccato dalla notizia della prematura scomparsa di Jason Dupasquier, lo sfortunato giovane pilota rimasto ucciso nel terribile incidente di ieri durante le qualifiche della Moto3. Ma la sua opinione è controcorrente rispetto ai connazionali Pecco Bagnaia e Danilo Petrucci, che avevano chiesto a gran voce di cancellare il Gran Premio del Mugello.
“Avevamo molti motivi per non correre ma anche altrettanti per farlo”, spiega con filosofia. “Ovviamente quanto è accaduto è tragico, una macchia nera dentro la quale oggi siamo finiti tutti. Sono veramente triste. Ma questo è il nostro sport, quando abbassiamo la visiera siamo professionisti. Rimanendo ai box non sarebbe cambiato nulla, anzi, magari così abbiamo rallegrato la domenica dei tifosi che ci seguono da casa. Oggi sono emersi allo stesso modo tutti i lati positivi e negativi del motociclismo”.
Morbidelli sedicesimo al Gran Premio del Mugello
Purtroppo il rischio è parte integrante del mondo dei motori e il Morbido ne è pienamente consapevole: “Non è la prima volta che accade una fatalità del genere e non sarà neanche l’ultima. Le corse sono pericolose, talvolta bastarde e spietate, non guardano in faccia nessuno. Ma dobbiamo cercare di andare avanti lo stesso”.
Di fronte a queste tragedie passa inevitabilmente in secondo piano l’elemento sportivo, e con esso anche il sedicesimo posto ottenuto oggi da Frankie: “Poco dopo la partenza sono rimasto coinvolto nella caduta di Marc Marquez e, per evitare la sua Honda, sono dovuto finire nelle vie di fuga. Questo mi ha impedito di rimanere agganciato al gruppetto buono, ma non è di questo che voglio parlare adesso”.
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