Max Biaggi ha vissuto dal paddock del Gran Premio del Mugello l’incidente e la scomparsa del giovane Jason Dupasquier
Ansia, tensione e silenzio. Così il paddock del Motomondiale ha vissuto la situazione peggiore che si potesse immaginare: la morte di un membro della sua grande famiglia, il 19enne pilota di Moto3 Jason Dupasquier.
Al Mugello era presente anche Max Biaggi, impegnato proprio nella categoria inferiore con il suo Max Racing Team, che ha dunque vissuto attimo per attimo quelle ore così difficili e dolorose. “In queste situazioni è difficile sia correre che non correre”, ha raccontato ai microfoni di Rtl 102.5. “Sono quelle tragedie che toccano chiunque e soprattutto la comunità del Motomondiale. Il nostro è uno sport pericoloso, anche se la sicurezza ha fatto passi in avanti, ma a volte l’inevitabile succede e non si può prevedere”.
Biaggi narra quei momenti di dolore al Mugello
Gli addetti ai lavori si erano resi conto nell’immediato di quanto critica fosse la situazione di Dupasquier: “L’abbiamo visto tutti in diretta, sia l’incidente, sia i momenti terribili dell’elicottero che partiva”, prosegue il Corsaro. “Momenti di ansia già da sabato, dove la tensione si tagliava con il coltello. Molti piloti hanno ammesso infatti di non avere trovato la giusta concentrazione, commettendo degli errori in gara. Più passava il tempo e più capivi che la situazione era critica, c’è stato un lungo silenzio fino alla mattina quando è arrivata la notizia. Non avremmo mai voluto sentire quelle parole”.
L’impegno degli organizzatori del massimo campionato motociclistico per rendere le corse sempre meno rischiose è stato continuo in questi anni, ma il pericolo rimane sempre in agguato: “L’unica cosa che non è ancora possibile proteggere è il collo”, sottolinea Biaggi, “deve rimanere mobile, ed è purtroppo una parte molto delicata”.
Max rivolge comunque un plauso alla sua squadra, che con grande professionalità si è presentata comunque sulla griglia di partenza: “I ragazzi del mio team hanno trovato il coraggio di gareggiare e scendere in pista: è stata una prova molto difficile, più della corsa stessa. I ragazzi sono stati eccezionali, hanno comunque fatto una bella gara. Detto questo, mi sarebbe piaciuto raccontare un fine settimana diverso e anche oggi, a distanza di poche ore, la mente va a quei momenti tragici”.
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