Reggiani arrabbiato per quanto successo domenica al Mugello, dove si è gareggiato comunque nonostante la notizia della morte di Dupasquier.
È stata una brutta domenica quella vissuta ieri al Mugello. Ci sono state delle gare, ma hanno importanza relativa quando muore un ragazzo di 19 anni. Un giovane pilota che aveva coronato il sogno di essere nel Motomondiale e che, come tutti i colleghi, sperava di salire dalla Moto3 fino alla MotoGP nei prossimi anni.
Ovviamente il riferimento è a Jason Dupasquier, morto a causa delle conseguenze del terribile incidente avvenuto nel corso delle qualifiche del sabato. All’ospedale Careggi a Firenze hanno fatto il possibile per salvargli la vita, però purtroppo le condizioni del rider svizzero erano così gravi da impedire un miracolo da parte dei dottori.
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MotoGP, al Mugello non bisognava correre: parla Reggiani
In seguito alla triste scomparsa di Dupasquier, il cui comunicato è giungo dopo la gara Moto3, molti si sono interrogati sul fatto di correre o meno. Ma sia la Moto2 che MotoGP hanno regolarmente gareggiato. The show must go on. Ha prevalso questo e la volontà di onorare Jason correndo, cosa che probabilmente lui avrebbe voluto.
Tuttavia, i piloti erano scioccati dalla notizia e non hanno corso con la massima serenità. Hanno provato a concentrarsi sulla gara, però è stato inevitabile pensare al giovane collega scomparso. Tra i più provati Francesco Bagnaia, che nel post-GP si è mostrato critico per come è stata gestita la situazione.
Anche un ex pilota come Loris Reggiani ha manifestato la propria contrarietà rispetto alla decisione di correre lo stesso domenica al Mugello. Sul suo profilo Facebook ha pubblicato uno sfogo:
«Che schifo! Quanto vale la vita di un ragazzo che corre nel motomondiale della Moto3? Davvero solo un minuto di silenzio prima del via della gara di MotoGP? Davvero? Come siete piccoli, insensibili, miserabili! Tutti: organizzatori, grandi burattinai, piloti, cronisti. Non ho sentito nessuno dire che la gara di oggi sarebbe dovuta essere annullata, cancellata. Oggi era il tempo del lutto del pianto, della compassione. Oggi era il tempo di regalare alla famiglia di quel ragazzo tutta la dignità e il rispetto che tutti TUTTI in quel mondo avrebbero dovuto dimostrare, di fronte a una vita. Invece… un minuto “doveroso”, per non far figuracce, e poi via: the show must go on.
Che schifo!!!».