Valentino Rossi ricorda con un post pubblicato sulle proprie pagine ufficiali nei social network lo sfortunato giovane pilota Jason Dupasquier
È un post lungo e commovente, quello che Valentino Rossi ha scritto sulle proprie pagine ufficiali nei social network per ricordare Jason Dupasquier, lo sfortunato 19enne pilota svizzero di Moto3 rimasto ucciso in un terribile incidente nel corso delle qualifiche del Gran Premio del Mugello.
Ma anche una rarità, per un campione che è presente sui social soprattutto per pubblicare le sue foto durante le gare e gli allenamenti, ma che molto di rado fa sentire direttamente la propria voce per scrivere anche delle sue riflessioni, per giunta così articolate.
Segno che la tragedia ha toccato nel profondo il Dottore, anche se non aveva mai avuto rapporti diretti con il suo giovane collega: “Non conoscevo personalmente Jason Dupasquier“, rivela, “non avevo avuto occasione di incontrarlo nel paddock, però lo seguivo in pista. Quest’anno stava andando forte, si era ripreso da un brutto infortunio ma era costantemente nel gruppo di quelli veloci”.
Il fenomeno di Tavullia paragona Dupasquier ad un grande campione del passato, la leggenda del Tourist Trophy Joey Dunlop, anche lui scomparso nel 2000 in un incidente di gara.
Valentino Rossi ricorda Jason Dupasquier
“Aveva uno stile aggressivo sulla moto che, insieme a quell’abbreviazione che si vedeva in tv di fianco al suo numero (JDU), mi ricordava il mitico Joey Dunlop“, prosegue il nove volte iridato. “Le immagini di sabato sono state subito molto preoccupanti e la sera si era capito che le sue condizioni erano gravissime, però in queste situazioni non si sa mai tutto e ci si attacca anche alla minima speranza”.
L’annuncio della scomparsa di Jason ha dunque comprensibilmente scioccato anche Valentino Rossi: “Domenica, un’ora prima della gara, è arrivata la notizia che nessuno avrebbe voluto sentire. È stata durissima mettersi il casco e salire in moto perché in un momento tutto perde senso, e ti chiedi che cosa ci fai ancora li”.
Ma il numero 46 pensa che andare avanti con il Gran Premio abbia rappresentato un tributo anche allo stesso Jason: “Forse però il miglior modo di onorare e ricordare un altro pilota è proprio correre e cercare di dare il massimo, anche se purtroppo neanche questo può cambiare quello che è successo. Ciao Jason, riposa in pace”.
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