Luca Marini, vittima di una caduta nelle prove libere del Gran Premio di Catalogna a Barcellona, dice la sua sulle piste di MotoGP
Non è mancata una caduta nel venerdì di prove libere di Luca Marini al Gran Premio di Catalogna. Il pilota italiano del team Sky VR46 Avintia è arrivato lungo alla curva 4 e poi è scivolato finendo per terra e rovinando tutta la sua sessione.
“Stavo spingendo molto, ero nel treno giusto e stavo cercando di fare il mio miglior tempo”, racconta al termine del venerdì. “Quando sono uscito dalla curva 3, la moto si muoveva moltissimo. Alla piega successiva ci sono arrivato frenando molto avanti, ma la gomma era calda e, quando ho toccato il freno dietro, la moto mi è partita. Ho cercato di rialzarla e di andare dritto, ma ho trovato il muro e quindi mi sono buttato per terra. Questo errore ha compromesso un po’ tutto il mio turno, non sono contento”.
Uno sbaglio da parte sua, certo, ma anche un problema relativo alla configurazione del circuito di Barcellona, che accomuna anche molte altre piste e preoccupa non poco il Maro sotto il profilo della sicurezza.
“Con la MotoGP le vie di fuga sono un po’ strette, me ne sono reso conto in quasi tutte le piste quest’anno”, spiega. “La velocità cambia e si arriva molto più forte nelle curve. Qualche cambiamento, soprattutto sui circuiti vecchi, che sono rimasti gli stessi da molti anni, lo introdurrei. Nella commissione sicurezza spingo sempre in questo senso e anche altri piloti la pensano come me. Le moto ora fanno paura, sono molto più veloci rispetto a cinque o sei anni fa, e anche i tracciati dovrebbero adeguarsi”.
Nonostante questa battuta d’arresto, per lui è arrivato il dodicesimo tempo, a poco più di un decimo dall’ingresso diretto nella fase finale delle qualifiche. Inserirsi tra i migliori, in una stagione così competitiva, si fa però sempre più difficile.
“Il livello della MotoGP è aumentato, ormai tutte le moto sono ufficiali e i piloti sono quasi tutti campioni del mondo”, ammette il fratello minore di Valentino Rossi. “Questo è giusto, anzi spero che nei prossimi anni il livello si alzi ancora. Alla fine la MotoGP è la massima espressione di questo sport. Ma emergere è molto difficile: quest’anno non sono chiamato per forza a fare risultato. Devo crescere e, quando è possibile, fare bene, perché sono io per primo a volerlo. In gara cerco sempre di dare il massimo, ma non devo per forza arrivare davanti. Le sensazioni in moto migliorano sempre e mi sto adattando alle piste nuove. Sarà tutta esperienza in più per il prossimo anno”.
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