Le schermaglie dentro e fuori la pista tra Mercedes e Red Bull stanno diventando uno strumento per rafforzare i tedeschi.
Svegliata dal torpore delle ultime stagioni, la F1 sta vivendo finalmente un momento di spolvero. Certo, le forze in campo non sono tanto differenti da quelle del recente passato, ma perlomeno c’è battaglia. Tra Hamilton e Verstappen, certamente. Ma pure tra la dirigenza di Red Bull e Mercedes. Wolff contro Marko in un continuo di battibecchi che stanno dando pepe e incendiando il paddock.
Per stessa ammissione dell’arguto Toto, la pressione esercitata dal connazionale con le sue polemiche, sta mettendo alla prova la tenuta della squadra. Finora sempre unita e sinergica. Uno scontro tra boss austriaci, questo, visto tempo fa dal compianto Niki Lauda come un bene.
“Helmut è la nostra amava migliore”, ripeteva come un mantra il tre volte iridato. “Ogni attacco dall’esterno ci rafforza”.
Ogni controversia è positiva per lo sport
Altrettanto convinto che tutto questo punzecchiarsi a vicenda tra i due muretti non possa che far bene ad una categoria da troppo tempo addormentata Gerard Berger, il quale ha posto l’accento sulla necessità di avere personaggi che si contrappongono e non si sopportano.
“Marko è spigoloso, ma la sua volontà, il modo in cui gestisce la scuderia e malgrado l’età sia presente ad ogni gara è qualcosa di unico”, ha dichiarato l’ex Ferrari. “Ugualmente Wolff è un manager favoloso capace di amministrare ogni aspetto della disciplina”.
Passando alla cronaca nuda e cruda, per il 61enne, nonostante una vitalità maggiore delle corse e la leadership in entrambe le classifiche del brand di bevande energetiche, il 2021 si concluderà con la solita sfilata delle Frecce Nere.
“La RB16B è veloce, ma non abbastanza da dare vita a strategie ottimali. La W12 mantiene ancora un certo vantaggio”, la sua sentenza finale.
Chiara Rainis