Un sesto posto amaro per Quartararo, che ora deve guardarsi le spalle. Ma ha davvero concorrenza? Vediamo chi è il più pericoloso finora
Un sesto posto che fa rabbia quello di Fabio Quartararo, che a Barcellona, anche per colpe non sue, ha lasciato per strada punti importanti in chiave Mondiale. Già, perché visto il momento degli avversari, poteva essere uno dei primi allunghi di questa stagione. E forse anche già decisivo.
Se al Mugello era andato tutto liscio, come da copione, al Montmelò invece per il francese della Yamaha è andato quasi tutto storto. Dopo prove convincenti, con un passo gara incredibile, e una qualifica da urlo, in gara si è materializzato quello che non doveva accadere. L’unico modo per contenerlo era rovinargli costantemente il piano, ossia quello di prendere ritmo. E così hanno fatto gli avversari.
La variabile impazzita era Miguel Oliveira, mai a quei livelli per tutto il fine settimana, ma comunque la gara si era messa bene per Quartararo, che stava seguendo il portoghese per tentare magari l’attacco nei giri finali. E invece la tuta difettosa ha mandato all’aria tutti i piani, facendogli perdere terreno prima e poi posizioni con le penalità. Sarebbe stato un grande colpo per il transalpino, che avrebbe allungato ancora in classifica. E invece è tutto da rifare.
La domanda che viene da farsi però è una: ma i rivali ci sono davvero? Perché questo inizio di stagione ha visto diversi piloti alternarsi in testa ai gp, ma solo Quartararo ha mostrato costanza di rendimenti ad alti livelli.
Partiamo dal più lontano, quel Joan Mir campione del mondo che però sembra più pronto a cedere lo scettro che a contendere ancora una volta il titolo. Manca quella caratteristica che gli ha permesso di trionfare lo scorso anno, la costanza. Troppi weekend in altalena, con continue rimonte che spesso si sono fermate a metà. E 37 punti dalla vetta cominciano a pesare. Anche perché la Suzuki sembra lontana parente di quella vista nel 2020.
Altro grosso punto interrogativo è Pecco Bagnaia, che dopo i primi appuntamenti iridati, che lo avevano proiettato addirittura in testa alla classifica, si è sgonfiato lentamente. Colpa forse della troppa pressione per ottenere risultati di rilievo in Ducati, dove ora c’è anche Jack Miller a vincere (e lui no). Il nervosismo palesato a Barcellona è un campanello d’allarme che lo stesso team italiano deve spegnere, per non bruciare un talento vero che può diventare un campione, anche se ora è distante 27 punti da Quartararo. Certo è che la mossa di rinnovare subito Miller ha pesantemente inciso su questa situazione.
Già, Miller, che finora è quello che, nonostante qualche difficoltà, ha sempre raccolto punti per strada. Oltre ad aver messo in cascina già due vittorie. Sembra lui l’indiziato numero uno per la lotta a Quartararo. Ma la Rossa di Borgo Panigale, almeno quella ufficiale, sembra essere ancora troppo altalenante per dire con assoluta certezza che potrà essere l’australiano un serio candidato al titolo. 25 punti non sono troppi ma ora c’è da sbagliare praticamente niente.
Più di lui sta facendo Johann Zarco, lui sì eterno secondo quest’anno, con quattro piazze d’onore e anche in classifica. 14 i punti di distacco dal francese, che lo proiettano tra i favoriti. A Barcellona se avesse iniziato il suo forcing un giro prima forse ce l’avrebbe fatta a battere Oliveira. Rimane il fatto che ha dimostrato ancora una volta come sia cresciuto nel modo di guidare la sua Desmosedici. Sembra una formichina, che sta approfittando sempre delle chance che gli si pongono davanti. Proprio come Mir lo scorso anno. E allora occhio, perché può essere lui la vera sorpresa e l’uomo a cui deve stare attento Quartararo. Germania e Olanda prima della sosta diranno davvero tanto di questa sfida.
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