Risultati che latitano, difficoltà tecniche e nervosismo che aumenta. Per Rossi e Morbidelli saranno settimane chiave. Le più difficili della loro vita
A Barcellona è andato in scena l’ennesimo weekend nero per la Yamaha Petronas. Solo un nono posto per Franco Morbidelli, mai capace di poter lottare per le prime posizioni. Mentre per Valentino Rossi è arrivata la seconda caduta stagionale dopo una gara comunque incolore. Un momento davvero delicato per i due piloti italiani.
Vicecampione del mondo ma trattato come l’ultimo dei tester. Morbidelli sta vivendo una situazione al limite dell’assurdo in casa Yamaha. Una M1 2019 con aggiornamenti, ma pur sempre di due anni fa. Lui che lo scorso anno è riuscito ad arrivare alle spalle di Mir, facendo meglio degli ufficiali e anche di Fabio Quartararo, ora “promosso”.
Che questo clima non piaccia allo stesso italo-brasiliano è noto, e non lo ha mai nascosto. Ma sappiamo anche cosa c’è dietro a questa situazione: una questione puramente economica, una moto non aggiornata solo per un fatto di soldi. Ma Morbidelli meriterebbe un appoggio diverso, visti i risultati sportivi. E ora sta pagando questa situazione, a livello mentale, oltre che tecnico.
Un 18° e un 12° posto in Qatar, poi un quarto posto in Portogallo e il terzo a Jerez, che aveva fatto sperare in una svolta. E invece due sedicesimi posti tra Le Mans e Mugello che ne hanno certificato il momento delicato. Che però ora va risolto, in un modo o nell’altro. Se Iwata ci crede, deve muoversi ora. Altrimenti per lo stesso Morbidelli è meglio cambiare aria.
“Non nascondo che mi dia fastidio la situazione attuale, devo dirlo chiaramente”, ha detto poco tempo fa”. Voglio garantirmi il miglior futuro possibile tanto a livello tecnico quanto a livello personale. Per quanto riguarda il mio futuro ci penserò insieme al mio management VR46″. Queste saranno settimane decisive, devono esserlo. Perché il rischio di una crisi di nervi e di aver buttato via una stagione è più che concreto.
Dall’altra parte del box Valentino Rossi vive un momento altrettanto difficile. Quindici punti in cascina, mai così male da quando è approdato nella classe regina, costantemente nel gruppo di fondo. E non inganni troppo il decimo posto del Mugello. Le difficoltà con la M1 sono evidenti. Manca il feeling con l’anteriore, con una frenata, da sempre suo grande punto forte, che ora è la sua pecca maggiore. Oltre poi ai noti problemi con la gomma posteriore e quell’usura anomala che lo affligge ormai da un paio di anni.
Dalla Yamaha fanno sapere che ora il Dottore ha la possibilità di cambiare a suo piacimento l’elettronica e l’assetto della sua M1, ma per ora dal suo box non riescono a trovare una soluzione. E i rapporti con la casa di Iwata si fa sempre più difficile. Quello con Petronas poi forse non è mai decollato veramente, visto che il suo arrivo, in maniera più o meno nascosta, è stato più vissuto come un’imposizione (assurdo pensarlo, visto che nel team ti arriva un campione, magari ex, ma comunque un mito della MotoGP) che come un piacere.
Negli ultimi mesi, Rossi ha insistito sul fatto che una decisione definitiva sui suoi piani futuri sarà presa durante la pausa estiva di luglio. E che a parlare devono essere i risultati. Che per ora non ci sono. Da una parte verrebbe da dire che forse è arrivato il momento di smettere, perché uno come lui non può navigare nelle retrovie. Non lo merita lui come persona, come pilota, non lo merita la sua storia.
Dall’altra però, come sempre, è giusto dire che a dire stop deve essere Rossi e nessun’altro. Perché quando lo fa qualcun altro al tuo posto, fa male. Tanto. Se lui è lì non è solo per passione, perché non ha “alternative”, ma perché c’è qualcosa che gli fa credere di poter essere ancora competitivo. basterebbe forse poco, ma il problema è che quel “poco” il Dottore col suo team non riesce a trovarlo.
Intanto però qualcosa si muove. Petronas e SRT, main sponsor del team, stanno già sondando diversi piloti che potrebbero riempire il vuoto lasciato da Rossi. Inoltre è stata sigillata anche la continuità del rapporto del team malese con Yamaha, dopo che nelle ultime settimane aveva trattato anche con VR46. Una decisione questa che potrebbe anche dire Morbidelli con moto ufficiale nel 2022, ma non è detto che sia così. Vedremo cosa accadrà, ma queste settimane saranno decisive per il futuro di Rossi e di Morbido. E speriamo che sia un lieto fine degno per entrambi.
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