Mentre il futuro del figlio è ancora tutto da scrivere papà Giovinazzi svela alcuni retroscena della carriera di Antonio.
Non bastasse Leclerc, la F1 2021 ha sullo schieramento un altro “predestinato”. Stiamo parlando di Antonio Giovinazzi. Secondo quanto riferito dal padre Vito il 27enne sarebbe nato per guidare le monoposto e addirittura a due anni già sapeva riconoscere tutti i marchi delle automobili.
Prima di andare all’asilo il pugliese avrebbe avuto dunque la strada segnata, fino al 1996, anno del vero e proprio avvicinamento alla pista.
“Volevo prendergli una mini-Ferrari elettrica”, ha raccontato a La Gazzetta dello Sport. “Poi alle poste di Martina Franca incontrai Michele Palmisano, il proprietario del kartodromo locale. Me ne propose uno a benzina da 38 cc e dissi di sì”.
Inizialmente spaventato dal rumore, il giovanissimo Bon Giovi non volle saperne di salirci, ma il giorno dopo fu amore.
“A due anni e mezzo sorpassava i ragazzi più grandi che correvano a pagamento. A quattro gli comprai un 50 cc ufficiale per poter fare le gare. A sette aveva lo stesso passo di chi competeva, anche se il suo mezzo non montava le zavorre di piombo come gli altri”, ha quindi svelato con orgoglio il padre del pilota Alfa Romeo.
Il desiderio del Cavallino sempre vivo
Al momento quindicesimo della classifica generale con un solo punticino come il suo compagno di squadra Raikkonen, il driver del Biscione avrebbe confidato al genitore di avere alte ambizioni per il futuro, malgrado la consapevolezza delle difficoltà esistenti per raggiungere certi obiettivi e dell’alto numero di concorrenti bramosi di prendere il suo posto.
“Vorrebbe rimanere nel Circus per molto tempo. Ora è felicissimo dov’è, ma in cuor suo sogna di guidare una macchina che sia in grado di lottare per il campionato. Mi ripete sempre che vorrebbe farlo in Ferrari, ma la porta non va chiusa a nessuno”, ha chiosato il babbo dell’unico italiano riuscito ad entrare nel gruppo dei 20 dopo il ritiro di Fisichella e Trulli.
Chiara Rainis