Un apprendistato per Marini e Bastianini che sta continuando in maniera molto positiva. E vedendo i risultati dei loro predecessori, c’è da ben sperare
Se Pecco Bagnaia, Franco Morbidelli e Valentino Rossi stanno vivendo un periodo particolare in questo inizio di 2021, c’è chi invece sta continuando il suo apprendistato in MotoGP in crescendo. Parliamo di Luca Marini ed Enea Bastianini.
Enea è il pilota che più ha sorpreso in questa prima parte di stagione. Non parliamo di risultati eccezionali, ma visto quanto si è alzato il livello della MotoGp in questa stagione, sono comunque importanti, visto che è un rookie.
Già all’esordio in Qatar, quando ha sfiorato per pochi millesimi la Q2 e in gara ha conquistato il decimo posto, ha fatto capire quanto l’adattamento alla Desmosedici fosse a buon punto. Poi il nono posto a Portimao, il miglior risultato finora, prima del ritiro a Jerez e del 14° posto a Le Mans. Il botto prima del semaforo verde al Mugello ha un po’ macchiato una prima parte di stagione al momento positiva per l’azzurro, che è tornato nella top ten proprio a Barcellona.
L’impressione è che a Bastianini manchi davvero poco al primo step di crescita, quello che può portarlo costantemente a lottare per un posto vicino al podio.
Luca invece è da sempre stato un diesel, come nel suo carattere. È meticoloso nel lavoro, nello scoprire i propri limiti e quelli della moto. Ma poi, una volta avuta la quadra, è dura tenerlo a bada.
Come Enea, ha fin da subito dimostrato di saper domare una MotoGP e una Ducati da sempre moto scorbutica ai più. Dopo un inizio soft in Qatar, con un sedicesimo e diciottesimo posto, ecco il primo step tra Portimao, Jerez e Le Mans, quando ha portato a casa due dodicesimi e un 15° posto. Poi il passo indietro del Mugello prima del nuovo 12° posto a Barcellona.
Una crescita costante quella di Marini, supportato dal team Sky VR46 alla sua prima esperienza nella massima categoria, che ha tutto per cominciare a lottare per un posto almeno in top-ten. Ma potrebbe servire ancora un po’ di tempo.
Certo è che se vediamo gli inizi di altri due campioni italiani come Pecco Bagnaia e Franco Morbidelli in MotoGP, sia Marini che Bastianini possono ben sperare. Nel 2018 per Morbido, fresco campione Moto2, nei primi sette appuntamenti un nono posto a Jerez come miglior piazzamento ma un adattamento alla categoria (era in sella a una Honda) che cambiò da Misano, quando cominciò sempre più a centrare la zona vicina alla top ten.
Per Pecco invece nel 2019, dopo il titolo nella classe di mezzo, un approccio alla Ducati da dimenticare, con ben 5 ritiri nei primi 7 Gp, con un 14° e 9° posto tra Argentina e Texas. Prima della svolta a Brno, che lo avvicinò al gruppone di mezzo, con un 4° posto a Phillip Island a coronare la crescita a fine stagione.
Dunque per Bastianini e Marini le premesse sono più che positive. Guai però a caricarli di troppe aspettative. Ma, visti i risultati e il talento che hanno, non c’è nessun timore: arriveranno lì davanti. C’è da scommetterci.
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