C’è un motivo preciso per il quale Valentino Rossi non riesce più a trionfare. Lo rivela uno storico campione di motociclismo del passato
C’è chi sostiene che Valentino Rossi abbia perso il suo smalto e la sua classe. C’è chi è convinto che il Dottore sia stato superato da avversari più veloci. C’è chi pensa che il peso dell’anagrafe si stia inevitabilmente facendo sentire sulle sue spalle.
E poi c’è un vecchio campione di motociclismo che ha una teoria personale ed assolutamente originale sui motivi per i quali il numero 46 stia faticando e non sia più in grado, a quarantadue anni suonati, di portare a casa quei risultati straordinari ai quali ci aveva abituato nel suo periodo migliore.
Si tratta di Steve Parrish, ex pilota inglese del Motomondiale, dove fu compagno di squadra del suo illustre connazionale Barry Sheene alla Suzuki, poi diventato il pilota di camion più vincente di sempre e successivamente telecronista e commentatore televisivo. La tesi di Parrish è che il motivo del calo di rendimento del fenomeno di Tavullia non sia di ordine fisiologico, bensì psicologico. In altre parole, che oggi il nove volte iridato avverta maggiormente il rischio e ne sia frenato.
“Tutti sappiamo che Valentino è stato un grande pilota”, ha spiegato ai microfoni del sito specializzato GPOne.com. “Lui non vince non perché non ha le forze o le capacità, ma perché è più ‘anziano’. Quindi comprende di più il pericolo, inconsciamente, senza nemmeno accorgersene”.
Ecco perché i talenti emergenti hanno un vantaggio mentale rispetto ai loro avversari più navigati, Vale compreso. “I giovani piloti non si rendono conto del pericolo, vedono solamente la bandiera a scacchi”, prosegue Parrish. “Succede a tutti. In particolare nelle gare di moto, perché sono pericolose e non ci si può isolare completamente dal pericolo. Le gare di MotoGP sono terreno di caccia dei giovani piloti, che si possono concentrare unicamente sulla vittoria”.
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