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Motomondiale

Suzuki, una moto che nasconde dei segreti: li svela Joan Mir

Published by
Luigi Ciamburro

Joan Mir svela qualche piccolo segreto della sua Suzuki GSX-RR, dal cruscotto alle mappature, fino al cambio invertito.

Joan Mir (foto Instagram)

Un solo podio nelle prime sette gare, 5° posto in classifica a 37 lunghezze dalla leadership. Il campione in carica Joan Mir resta fiducioso del suo potenziale e di quello della Suzuki, in attesa che arrivino tracciati più favorevoli alla GSX-RR. E nell’ultimo video realizzato per la casa di Hamamatsu svela alcuni dettagli della sua MotoGP, soprattutto quelli con cui solitamente interagisce in gara.

A cominciare dal cruscotto digitale che si trova dinanzi alla vista dei piloti: “In esso possiamo vedere tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno. È molto importante poter vedere gli RPM (giri al minuto) per sapere quando dovremmo cambiare marcia – spiega il maiorchino della Suzuki -. Possiamo anche vedere i progressi che stiamo facendo e l’ultimo crono che abbiamo segnato e anche la mappa che stiamo usando. Se parliamo di mappe e potenza freno motore normalmente lavoriamo tre o quattro mappe”. Le mappature sono fondamentali in gara, anche per regolare la frenata e il consumo di benzina. “In gara normalmente usiamo due pulsanti.  Innanzitutto il rosso, che è la mappa di potenza, significa più potenza. Il blu serve per controllare il freno motore. Poi c’è il pulsante del pit-limitatore e il pulsante per la luce che usiamo in condizioni di bagnato”.

Nel video pubblicato sui canali ufficiali Suzuki viene mostrato anche il pulsante con il quale attivano il sistema holeshot in partenza: “È il dispositivo che usiamo in uscita. Si può avere il gas al massimo in partenza, è un limitatore che dà i giri di cui hai bisogno per essere veloce e preciso nelle partenze”. Infine Joan Mir spiega il motivo per cui in classe regina si usa il cambio invertito: “Le marce sono diverse, la prima è in salita e se vuoi continuare a salire di marcia devi spingere verso il basso. È una questione di sicurezza, perché quando sei in rettilineo – ha concluso Joan Mir -, è molto più facile usare il piede per abbassare la leva invece di doverla alzare come al solito e all’inizio è un po’ difficile da regolare”.

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Luigi Ciamburro
Tags: joan mir

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