Se Valentino Rossi continua a correre in MotoGP è anche per colpa della vecchia ferita indelebile lasciata dalla morte di Marco Simoncelli
La domanda se la sono fatta davvero tutti, tifosi e detrattori. Che cosa spinge Valentino Rossi a continuare ostinatamente a correre in MotoGP, anche ora che ha 42 anni suonati e non riesce più a tenere il passo dei suoi avversari più giovani ed esplosivi?
A questa domanda dà una risposta molto personale il giornalista e scrittore Marco Ciriello, autore del libro “Valentino Rossi, il tiranno gentile”. La sua è una lettura delle motivazioni del Dottore molto profonda e personale, che si addentra nei meandri psicologici e umani del campione.
Quella del fenomeno di Tavullia, secondo lui, è una sfida aperta alla retorica del successo a tutti i costi che caratterizza la nostra epoca: “Stiamo allevando una generazione di persone che pensano che ci sia sempre un seguito e che debba essere vittorioso”, racconta Ciriello nell’intervista che ha concesso ai microfoni del Fatto quotidiano. “Guarda come rimane male Cristiano Ronaldo quando non vince il Pallone d’Oro. Le serie tv raccontano una vita dove tutto deve essere sempre coperto di gloria. E così è anche per gli sportivi”.
Per Valentino Rossi, invece, lo stimolo è un altro: non quello del trionfo, ma quello della bellezza delle corse. Per lui ora i risultati non contano più, perché sta perseguendo obiettivi diversi: “Lui sta occupando militarmente la MotoGP, sta portando i ragazzi della sua Academy. Ha cambiato strategia, è l’amministratore delegato della sua gloria. Mentre tutti pensano che stia perdendo, lui sta vincendo. È come Baggio che passa al Brescia, è il Chinaglia al Frosinone di Rino Gaetano. Rossi è il Barone Rampante di Calvino: se non lo strappano dalla moto lui non se ne va”.
Ma c’è anche una sfaccettatura più nascosta, più oscura che, secondo Ciriello, spingerebbe il nove volte iridato a rimanere aggrappato alla griglia di partenza. Ed è quella che richiama ad una tragedia, che ha lasciato un segno indelebile dentro di lui: “Gira a vuoto per stancare la sua ferita. Quella che è stata aperta dalla morte di Marco Simoncelli. Con lui, Valentino ha fatto cose che non aveva mai fatto con nessun altro, gli ha dato i suoi segreti. Simoncelli era l’evoluzione italiana che rispondeva ai nuovi della Francia e della Spagna, era una barriera. Con Simoncelli se n’è andato il suo erede, quindi Valentino è costretto a essere ancora imperatore”.
LEGGI ANCHE —> Canepa sta con Valentino Rossi: “Perché smettere? Se l’è guadagnato”
Il boss della Mercedes, Toto Wolff, aveva sentito un pilota esperto prima di scegliere di…
Il circus della F1 si è spostata a Las Vegas per la terzultima tappa del…
Jorge Martin avrebbe meritato di transitare nel team factory della Casa di Borgo Panigale, ma…
Lewis Hamilton è ormai pronto per sbarcare in Ferrari, ma a partire dal 2025 dovrà…
Il mondiale di F1 sbarca a Las Vegas e scoppiano subito le polemiche. La Red…
In top class ci sarà uno stravolgimento naturale dopo la caduta dal trono di Bagnaia.…