Le prestazioni al di sotto delle attese di Alonso hanno stupito molti ma non Prost. Per il campione francese la ragione è una.
Quando è rientrato in F1 in tanti si immaginavano che avrebbe fatto mari e monti, annichilito il giovane compagno di squadra Ocon e magari lottato se non per il podio almeno per la top 5, ed invece, Fernando Alonso al pronti via della stagione ha mostrato tutti i suoi limiti.
Undicesimo della generale con 13 punti, comunque uno in più rispetto ad Esteban, lo spagnolo si è visto molto poco. Non ha brillato e non si è mai davvero reso protagonista di performance degne di nota.
Una débâcle dovuta forse all’età, magari al periodo di inattività o ancora all’incidente in bici che ne ha rallentato la preparazione, ma che per Alain Prost è del tutto giustificabile.
“Non mi stupisce che stia avendo bisogno di tempo”, ha affermato al podcast F1 Nation. “Il simulatore va bene, ma poi la macchina vera è un’altra cosa. Inoltre non va tralasciata la componente psicofisica. In ogni caso sta migliorando, anche se gli manca ancora un po’”.
Il paragone con sé stesso
Per far capire meglio i motivi della sua tesi il quattro volte iridato ha ricordato il proprio di comeback nel 1993 dopo l’anno sabbatico preso conseguentemente alla fine del rapporto con la Ferrari.
“Feci un test in Portogallo nel 1992 è fu uno shock, sia dal punto di vista fisico, sia mentale. Ero in formissima, con appena il 5% di massa grassa, ma al volanti mi sentì totalmente perso”, ha condiviso il Professore. “Ciò significa che puoi essere super allentato, ma ciò che conta è come si lavora nella serie. I muscoli che si esercitano sono differenti, la fisiologia, la visione della corsa. Tutti aspetti che non puoi allenare fuori”, ha infine spiegato pragmatico il transalpino.
Fernando Alonso (©Getty Images)Chiara Rainis