Il circuito ha aiutato Marquez, ma il talento c’è sempre stato. Bel podio per Oliveira, mentre piccola delusione per Aleix Espargaro e l’Aprilia
Sono passati 581 giorni, un’eternità. Ma Marc Marquez in Germania, nel suo regno, ritrova se stesso e la vittoria. Al Sachsenring arriva l’undicesima di fila su questo tracciato del talento di Cervera, che ritrova il gradino più alto del podio nel momento forse più delicato della sua carriera.
Una vittoria come quelle di un tempo, dove prendeva la testa e non la mollava più, sfiancando gli avversari con giri veloci e costanti. Così ha fatto anche stavolta Marquez, che ha avuto la meglio di un Miguel Oliveira e una KTM in grande spolvero dopo una lunga battaglia sul filo dei centesimi.
Il talento ce l’ha sempre avuto Marc, ma il ritorno alle gare è stato tremendamente duro. Ma al Sachsenring lo spagnolo ha trovato le condizioni ideali: una pista con tante curve a sinistra, una manna per la sua spalla destra, così sforzata decisamente meno che in altre occasioni, e anche un poco di pioggia che gli ha dato quel quid in più di adrenalina per tentare l’impresa. La spalla ora è il problema principale, non l’omero operato. È il corpo che sta limitando il talento, perché quello, come visto oggi (anche se non c’erano dubbi), c’è sempre.
Ottimo terzo posto per Fabio Quartararo, che visto il weekend della Yamaha è oro colato. La M1 ha sofferto le pene dell’inferno in Germania. E lo dicono i risultati degli altri: quattordicesimo Valentino Rossi, nelle ultime due posizioni Franco Morbidelli e Maverick Vinales. Il francese c’ha messo del suo per agguantare un podio importantissimo in chiave iridata. Certo è che vedere una moto così in difficoltà deve far riflettere i vertici giapponesi.
Grande rimonta di Pecco Bagnaia, che nel finale riesce anche a superare Jack Miller per una Ducati che ha limitato ancora una volta i danni ma che sembra essere sempre a un passo dal fare il salto di qualità, poi invece manca l’appuntamento decisivo. E così è davvero dura poter lottare realmente per il titolo. L’italiano e l’australiano hanno fatto quello che potevano, ma la Desmosedici ad oggi è comunque in difficoltà (seppur sempre lì davanti).
Chi si aspettava qualcosa di più al Sachsenring erano Aleix Espargaro e Johann Zarco. Il primo, dopo il terzo posto in qualifica con l’Aprilia, che aspettava da oltre vent’anni questa soddisfazione, non è riuscito nel miracolo di portare la moto italiana sul podio. Ha cullato il sogno nei primi giri, poi si è dovuto accontentare del settimo posto. Ad oggi è questo il valore di una pur valida Aprilia, ma un plauso va ai tecnici italiani, che hanno fatto progredire in due stagioni una moto che sembrava l’ultima del lotto in MotoGP.
Di sicuro si immaginava una gara diversa Zarco, che dopo la pole sapeva che poteva rimanere con i migliori, ma forse non lottare per la vittoria. E invece grande fatica sin dalle prime battute e un ottavo posto deludente. E pensare che sembrava la Ducati meglio messa in questo fine settimana tedesco. Certo, peggio stanno in casa Suzuki, che ha visto Joan Mir nono e Alex Rins decimo. Una involuzione totale quella della moto giapponese campionessa in carica.
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