Se in precedenza era stata la Mercedes a protestare contro la Red Bull, stavolta la situazione rischia incredibilmente di ribaltarsi
A far scoppiare il caso degli alettoni flessibili in Formula 1 era stata la Mercedes, accusando la diretta rivale nella corsa al titolo mondiale, la Red Bull, di avere un’ala posteriore irregolare, perché troppo mobile.
Di fronte alle proteste della Freccia nera, la Federazione internazionale dell’automobile ha dunque risposto imponendo nuovi test di flessibilità proprio a partire dal Gran Premio di Francia andato in scena in questo fine settimana.
Ma ora, come per un effetto boomerang, gli attacchi indirizzati da Brackley a Milton Keynes rischiano di ripercuotersi direttamente sul team iridato in carica.
Mercedes da accusatrice ad accusata
E non solo perché, nonostante il giro di vite sulle ali, i Bibitari hanno vinto lo stesso domenica: “Abbiamo dimostrato che la nostra prestazione non dipende da un’ala flessibile”, è stata la stoccata indirizzata a fine gara dal team principal Christian Horner.
Addirittura, ora paradossalmente è la stessa Mercedes che rischia di finire sul banco degli imputati, per via della flessibilità del suo alettone: stavolta quello anteriore, però. Il plenipotenziario della Red Bull, Helmut Marko, ha messo in chiaro che la sua scuderia non intende chiudere tanto facilmente questa saga.
“Forse faremo una protesta”, ha minacciato ai microfoni di Sky Germania. “Certamente non ci dispiacerebbe se la loro ala anteriore si flettesse di meno. La Fia ci sta lavorando. Ci sono già abbastanza prove video in proposito e ci aspettiamo che tutto venga svolto più o meno allo stesso modo dell’ala posteriore. Aspettiamo e vedremo che cosa la Fia abbia da dire al riguardo”. Chi la fa l’aspetti, verrebbe da dire.
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