La Ferrari ha studiato il motivo del disastro al Gran Premio di Francia. Purtroppo, però, non lo si può risolvere per regolamento
Il team principal Mattia Binotto lo aveva annunciato, a caldo, subito dopo il disastroso Gran Premio di Francia: “Dobbiamo tornare ad analizzare i dati, fare riunioni e simulazioni. Questi sono i compiti a casa che dovremo svolgere”.
Ecco, da quest’analisi sulle cause del naufragio rosso al Paul Ricard spuntano una notizia buona e una cattiva. Quella buona è che il problema di fondo sulla SF21 è stato individuato. Quella cattiva è che non lo si può risolvere.
Ferrari mangiagomme
Sul tracciato transalpino è riemersa una caratteristica congenita della vettura: quello di mandare in temperatura troppo rapidamente le gomme anteriori. In qualifica può essere un vantaggio, perché permette di essere competitivi fin dal primo giro. Ma in gara, con il passare delle tornate, rischia invece di portare al surriscaldamento delle coperture, con la conseguenza di un’usura eccessiva.
Proprio quello che è successo a Le Castellet, dove oltretutto si sono aggiunte anche due aggravanti: i tanti curvoni veloci, che stressano ulteriormente gli pneumatici, e l’acquazzone della domenica mattina, che ha lavato via la gommatura dall’asfalto, riducendo l’aderenza e aumentando lo scivolamento e il degrado.
Tutta colpa dei cerchi
Ma da che cosa dipende questa tendenza al surriscaldamento? Lo ha svelato lo stesso Binotto: dai cerchi delle ruote, che non riescono a smaltire il calore a sufficienza. Questa scoperta porta però con sé una grossa difficoltà: per regolamento, sulla base delle nuove norme imposte quest’anno per la riduzione dei costi post pandemia, i cerchi omologati non si possono modificare a stagione in corso.
“Potremmo risolvere la situazione”, conferma l’ingegnere italo-svizzero, “ma per farlo dovremmo modificare i cerchi e questo non è possibile per regolamento”. Dunque bisogna necessariamente rimandare al 2022 la soluzione di questo difetto. “Credo che in questa fase per noi sia più importante cercare di comprenderlo e di risolverlo per il prossimo anno”, prosegue Binotto.
Da qui alla fine dell’anno il surriscaldamento delle gomme potrebbe insomma ripresentarsi su altre piste: “In alcune gare, ma non in tutte”, precisa il boss. “Dipende dalla pista e dalle condizioni meteo”. Per esempio a rischio sono Silverstone, dove non mancano le curve veloci, e Hungaroring, dove di solito fa molto caldo.
Binotto cercherà dunque di metterci almeno una pezza a livello di assetto: “Dovremo prepararci ad affrontare situazioni del genere in futuro, per cercare almeno di mitigare il problema, visto che accadrà di nuovo”. Di più, purtroppo, non si può fare.
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