Dopo il ritorno alla vittoria al Sachsenring, per Marc Marquez nulla sembra più così impossibile. Nemmeno la vittoria del Mondiale MotoGP
Impossibile. O forse no. L’insperato ritorno alla vittoria di Marc Marquez al Gran Premio di Germania ha rilanciato le speranze degli spagnoli. Che ora gli chiedono un’impresa davvero ai limiti del sovrumano: quella di lottare per il titolo mondiale di MotoGP in questa stagione.
Sulla carta, i margini, a livello strettamente aritmetico, ci sarebbero anche. Dopo il successo del Sachsenring, il Cabroncito si trova a novanta punti dalla vetta della classifica generale. Quando di gare, alla conclusione della stagione, ne mancano ancora almeno undici (più due che sono state rinviate per Covid e potrebbero essere ricalendarizzate).
Il titolo è una missione impossibile
Eppure, al di là degli entusiasmi, bisogna ricordare che, su altri circuiti che non sono sue proprietà private come quello tedesco, il fuoriclasse di Cervera aveva accumulato tre cadute consecutive e un settimo posto come miglior risultato. Tanto che in graduatoria si trova solo al decimo posto assoluto. Con un rendimento del genere, è davvero difficile pensare ad una clamorosa rimonta iridata.
Eppure Marquez, alle “mission impossible”, ci ha abituati tutti quanti: ultima delle quali proprio quella compiuta domenica. E, dunque, perché non farci un pensierino? Sicuramente lo ha fatto la stampa iberica, che ha già preso in mano la calcolatrice per valutare i possibili scenari.
Marquez si tira indietro
Quanto al diretto interessato, si è limitato a farsi una risata a proposito di questa eventualità, nella conferenza stampa dopo la gara, quando si è rivolto all’attuale capolista Fabio Quartararo: “Stai attento, che sono a novanta punti…”.
Ma, appunto, è stata solo una battuta: lui è il primo a non crederci. “Quello che ho fatto in passato mi rende orgoglioso, ma io vivo nel presente. E il presente dice che il leader è Quartararo“, ha riconosciuto il catalano. “La posizione in cui finirò il campionato non mi interessa. Quest’anno non lo vinco di sicuro. E arrivare secondo, terzo o quinto che differenza farebbe?”.
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