Mettono i brividi le parole di Danilo Petrucci, che ha tirato un sospiro di sollievo dopo la caduta nel Gran Premio di Germania
Sta vivendo una fase delicatissima della sua carriera, Danilo Petrucci. Colpa di un matrimonio con la Ktm, la sua nuova moto che ha conosciuto in questa stagione, che non è mai decollato.
Se si eccettua il quinto posto ottenuto a Le Mans sotto la pioggia, condizioni delle quali è maestro, infatti, gli altri risultati non sono stati all’altezza delle aspettative, sue e del team Tech3.
E alla frustrazione per un rendimento deficitario, ora sulle spalle di Petrux si aggiunge anche la pressione di doversi guadagnare il rinnovo per il prossimo anno. Con la promozione già annunciata di Remy Gardner, ora nella sua squadra rimane un solo posto a disposizione, che si giocano lui e il suo attuale compagno Iker Lecuona. Se non dovesse riuscire a convincere, Danilo rischia di dover dire addio alla MotoGP. Un momento di alta tensione, da dentro o fuori.
Che si riflette visibilmente in pista e non solo. Il ternano, infatti, nel corso dell’ultimo weekend al Sachsenring ha sbottato prima contro Enea Bastianini, reo di averlo rallentato nel corso delle qualifiche, e poi contro lo stesso Lecuona, per aver innescato, a detta sua, la sua caduta all’avvio della gara di domenica.
Petrucci, quella caduta poteva finire peggio
A qualche giorno di distanza, però, la rabbia per la prematura uscita di scena durante il Gran Premio di Germania sta lasciando il posto al sollievo. Già, perché le conseguenze di questo incidente sarebbero potute essere molto peggiori, addirittura dal punto di vista fisico.
Lo ha fatto notare lo stesso Petrucci in una storia pubblicata sul suo profilo ufficiale di Instagram, che accompagna la foto della ruota di Alex Marquez, caduto insieme a lui, che ha rischiato di travolgere il suo braccio.
Il suo commento a corredo mette i brividi: “Sfortunato di essere abbattuto da un altro pilota, ma fortunato ad avere ancora il braccio”. Di fronte a queste considerazioni, i risultati sportivi passano inevitabilmente in secondo piano.