Pecco Bagnaia viene penalizzato e perde il podio del Gran Premio d’Olanda ad Assen. Ma accetta con onestà la punizione
Ci ha provato con le unghie e con i denti ad artigliare il podio al Gran Premio d’Olanda, Pecco Bagnaia, nonostante una Ducati evidentemente non all’altezza delle Yamaha e delle Honda sulla pista di Assen.
Forse ci ha provato anche troppo. Già, perché mentre tentava di difendersi dagli attacchi di Takaaki Nakagami, così come aveva fatto per molti giri anche tenendosi dietro il futuro vincitore Fabio Quartararo, si è beccato una penalizzazione per essere uscito troppe volte dai limiti della pista. Con onestà, Pecco accetta il verdetto dei giudici.
“Quando ti arriva una penalizzazione, la maggior parte delle volte è giusta”, confessa. “Ci sono delle regole, bisogna rispettarle, ma io pur di non far scappare Fabio sono andato oltre. La regola è giusta ed è giusto che io sia stato penalizzato. Due delle cinque volte in cui sono passato sul verde è perché ci sono finito per via dello spostamento dell’aria. Ma l’errore è mio: avrei dovuto chiudere il gas, però se lo avessi fatto avrei perso la possibilità di giocarmela. Ho chiesto scusa al team: ero impiccato, specie nel quarto intermedio, ed era chiaro che alla curva 12 la Honda e la Yamaha avevano un netto vantaggio”.
Alla fine la sanzione gli è costata l’arretramento al sesto posto finale. Meglio di così, però, era davvero impossibile. “Oggi sono contento perché ho dato il massimo, ho fatto anche delle belle battaglie, ma devo fare un passo in avanti se voglio avere una possibilità per lottare per il podio”, spiega il torinese. “Devo farlo io come pilota e lo deve fare la moto. Parlerò molto con la squadra, perché in questo momento Quartararo e la Yamaha sono più forti di noi”.
Nelle attuali condizioni, insomma, sembra davvero un’impresa improba rimontare i quarantasette punti che già lo separano dal Diablo in testa alla classifica generale. “Sono tantissimi”, ammette Bagnaia. “Abbiamo le possibilità per lottare, ma io devo migliorare molto, devo raccogliere di più nelle situazioni in cui facciamo fatica, come su questa pista”.
Il rammarico è forte, perché la Desmosedici sembra comunque tecnicamente una delle moto più forti del lotto: “Non c’è una miglior moto”, precisa il ducatista, “sono tutte la miglior espressione possibile delle proprie Case. Alcune vanno forte in alcuni circuiti, alcune in altri. Al momento la Yamaha sembra la migliore, ma io credo che più che altro è Fabio ad essere il pilota migliore”.
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