Johann Zarco seguito nelle qualifiche da Marc Marquez e altri piloti. Un fenomeno discusso in Direzione Gara.
Nelle qualifiche di Assen ancora una volta Marc Marquez e un altro gruppetto di piloti hanno atteso un punto di riferimento per provare a fare il tempo. Stavolta nel mirino di Marc finisce il pilota del team Pramac Racing Johann Zarco. Una giusta intuizione dal momento che il francese ha poi firmato il miglior crono per l’accesso al Q2.
Se da un lato Jack Miller ritorna a tuonare contro gli inseguitori, Johann Zarco la prende con più filosofia. “Non è stato pericoloso perché siamo usciti dalla corsia dei box”, ha spiegato il secondo in classifica MotoGP. “Ho avuto un problema tecnico con la prima gomma, fino a quel momento non avevo avuto un tempo sul giro e ho dovuto spingere. Ero contento che Marc stesse aspettando per seguirmi. Normalmente ad un certo punto spegni il gas e vedi se gli altri ti passano accanto. Ma quando arriva il momento, devi andare. Ne abbiamo parlato in Commissione Sicurezza. Certo, non puoi fermarti in pista. Detto questo, cerchiamo di gestirlo in modo tale che non sia pericoloso per nessuno. Non potevo rallentare perché avevo il mio lavoro da fare. Fa parte del gioco, quindi non possiamo cambiare troppo le regole. Ma dobbiamo pensare alla sicurezza”.
Marc all’inseguimento di Johann
Ormai sta diventando una tattica puntualmente ripetuta da team e piloti, un brutto esempio per i piloti della Moto3. “Ogni squadra studia quando e quale pilota esce e chi può spingere”, ha aggiunto Johann Zarco al termine delle qualifiche. “Ecco perché succede sempre qualcosa del genere verso la fine della Q1. Se aspetti un pilota mentre un altro sta facendo un giro veloce, lo disturbiamo. A volte succede, ma questa volta siamo usciti tutti dalla pit lane contemporaneamente e nessun altro pilota ha fatto un giro veloce. Ecco perché sapevamo che era possibile”.
Sul caso specifico di Marc Marquez, non nuovo a questo atteggiamento dal giorno in cui è ritornato in pista a Portimao dopo l’infortunio, il ducatista francese evita ogni polemica diretta. “Non funziona sempre così. Sono stato scelto solo perché eravamo in Q1, nessuno mi aspettava in Q2. Marc ha vinto al Sachsenring, per me è il campione. Se mi sta aspettando, mi aiuterà a ritrovare fiducia”.