Quattro vittorie stagionali e una crescita importante a livello mentale per Quartararo, che viaggia verso il titolo. E i prossimi quattro GP ci diranno davvero tanto
Quarta vittoria stagionale, testa del Mondiale consolidata, un ritmo che sa di fuga, come spesso capita ai fenomeni dei calibro di Valentino Rossi e Marc Marquez. Fabio Quartararo ha decisamente dominato questa prima metà di stagione della MotoGP e ad Assen ha messo la ciliegina sulla torta.
In Olanda per il francese è arrivato il quarto successo stagionale. Dopo la doppietta Doha-Portimao, che faceva seguito al quinto posto all’esordio, in sei gran premi ha portato a casa altri due trionfi, oltre a due terzi posti (Le Mans e Sachsenring) e una sesta piazza a Barcellona per il noto problema alla tuta. L’unico vero passo falso a Jerez, dove ha chiuso tredicesimo. Ma è stato davvero un episodio isolato in una stagione ad alto livello.
Numeri che quindi parlano chiaro, perché molto simili a quelli di altri dominatori come Marquez e Rossi nelle loro stagioni d’oro. Certo, manca una maggior costanza sul podio, questo è vero, ma molto dipende anche da una Yamaha ancora “ballerina” nelle performance da pista a pista. Ma Quartararo ha dimostrato, contrariamente ai suoi compagni di marca, di saper comunque andare spesso oltre le difficoltà della M1. E questo lo sanno fare solo i fenomeni.
C’è da dire poi che per ora la concorrenza non sembra averlo infastidito troppo. Vinales solo in un paio di occasioni lo ha messo in difficoltà, ma è lo spagnolo in realtà che ha subìto lo scontro diretto, tanto che ora il divorzio con Yamaha (impensabile fino a qualche mese fa) si è consumato. Miller è stato il più pericoloso, ma dopo Jerez e Le Mans si è sciolto al sole. Così come Pecco Bagnaia e Johann Zarco. Insomma tutto fa pensare ad una tavola imbandita per il trionfo Mondiale.
Ora Quartararo sembra un altro rispetto a quello visto nel 2020. E non è solo merito di una crescita della Yamaha, ma soprattutto suo. Già lo scorso anno partiva da favorito ma si è perso molto velocemente per strada, senza mai ritrovare realmente la chance di lottare per il titolo. Ed ha ammesso lui stesso cosa è cambiato: “L’anno scorso non ho ottenuto risultati e non ho colto l’occasione per lottare per il campionato. Ma ho accumulato esperienza e ne è valsa la pena. In questo momento mi sento molto bene a livello mentale, al box, con la moto, e ho più chiarezza sui miei obiettivi e a livello mentale“.
Ora Quartararo ha imparato a reggere la pressione, anche quella di essere un pilota ufficiale. E non uno qualunque, ma quello che ha “tolto il posto” a Valentino Rossi, non uno qualunque: “Si arriva alla carica di re, di Vale, e inconsciamente si riceve più pressione, anche mediatica – ha ammesso -. Dopo la vittoria in Qatar non ho più dovuto ascoltare questo tipo di voci”.
Guai però a mollare la presa. Lo sa bene il francese, che dopo la pausa sarà chiamato a una serie di esami davvero chiave per questo 2021. Già, perché arrivano degli appuntamenti che nelle ultime stagioni non sono stati tra i suoi preferiti.
A partire dalla doppietta in Austria, lì dove al massimo ha centrato un terzo posto solo nel 2019. A fine agosto c’è la tappa di Silverstone, dove praticamente non ha mai brillato neanche nelle altre classi (fa eccezione solo il podio sfiorato nel 2015 in Moto3). E poi Aragon, dove solo nel 2019 ha portato a casa un positivo quinto posto. Quattro gran premi chiave dove, in caso di risultato importante, potrà chiudere la questione iridata.
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