La famiglia di Fausto Gresini ha compiuto un grande gesto nei confronti del reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Maggiore di Bologna.
Dopo la morte di Fausto Gresini la sua famiglia ha realizzato tutti i suoi desideri. Tra questi la scelta di togliere il disturbo da casa Aprilia e firmando un accordo con Ducati per la stagione 2022 come team satellite. Ma non era l’unico desiderio espresso dal manager romagnolo, scomparso drammaticamente lo scorso febbraio a causa del Covid 19 all’età di 60 anni.
In memoria del due volte campione del mondo nella classe 125, Gresini Racing ha aperto un conto di donazione in consultazione con la sua famiglia e i fondi raccolti all’Ospedale Maggiore di Bologna, dove Fausto è stato ricoverato per quasi due mesi. “Durante la sua degenza in ospedale, Fausto aveva espresso l’intenzione di fare una donazione al reparto per sostenere i medici e gli infermieri… Era importante che i miei figli e io assecondassimo il suo desiderio”, ha spiegato Nadia Padovani, vedova di Fausto, che ha ringraziato tutti i medici e il personale del reparto di terapia intensiva e i numerosi donatori.
Mercoledì, la signora Padovani, che ha rilevato la gestione della Gresini Racing con i figli Luca e Lorenzo, ha consegnato simbolicamente all’azienda di forniture mediche di Bologna un assegno di 50.000 euro. In futuro, la struttura offrirà al personale medico dell’ospedale una preziosa opportunità per prepararsi al meglio al trattamento dei pazienti in condizioni critiche.
L’amico di Fausto
In occasione di questo evento ha parlato il dott. Nicola Cilloni, responsabile del reparto di terapia intensiva, che ha tenuto in cura Fausto Gresini. “Ciò che è umanamente possibile non è sempre sufficiente per salvare la vita di un paziente. Quando ho iniziato a lavorare in ospedale da giovane medico, credevo ancora che il mio lavoro fosse salvare vite. Negli anni, però, ho imparato che l’obiettivo principale doveva essere la cura: ascoltare, piangere, scherzare e sostenere il paziente anche negli ultimi istanti”.
Infine il dottore ricorda quanto Fausto Gresini fosse legato al suo mondo familiare e sportivo. “Fausto, che per me è stato molto più di un paziente, ovvero anche un amico con cui nutro da anni la passione per la MotoGP, ci ha insegnato che c’era una squadra al di là del dolore e della sofferenza: la sua famiglia, i suoi dipendenti, i suoi piloti… fino al suo ultimo respiro ha chiesto di loro e ha parlato di loro”.