La FIA ammette il vero motivo delle sue direttive a pioggia

La Federazione Internazionale ha rivelato il vero motivo delle numerose regole introdotte in corsa di stagione.

Max Verstappen in lotta con Lewis Hamilton al Gran Premio di Francia di F1 2021 al Paul Ricard
Max Verstappen in lotta con Lewis Hamilton (Foto Clive Rose/Getty Images)

Nei giorni scorsi sono stati diversi i team principal ad esprimere perplessità davanti ai continui ritocchi al regolamento da parte della FIA. Mai come adesso, infatti, i vertici dello sport si sono intromessi nella serie, cercando di influenzarla adottando provvedimenti volti a favorire a tratti uno, a tratti l’altro, perlopiù la Mercedes. Un atteggiamento se vogliamo anche preoccupante per l’integrità della F1, ormai privata di carattere e di una sua dimensione avanguardistica, nonché manovrata come un burattino da chi regge i fili.

A proposito delle diverse ingerenze da parte dei federali, alla vigilia del GP della Stiria il boss dell’Alfa Romeo Frederic Vasseur aveva ironizzato sostenendo che stanno uscendo più direttive che comunicati stampa e criticato i cambiamenti imposti senza preavviso e dialogo.

Il direttore di gara spiega cosa sta succedendo

Un po’ per tutti , quindi, la domanda è come mai tanta fretta di intervenire sulle ali flessibili, la pressione gomme e adesso i pit stop eccessivamente veloci. A fornire la riposta, per certi versi inquietante, è stato Michael Masi.

“La ragione sta nell’escalation nella battaglia per il titolo”, ha affermato il responsabile di corsa. Da quanto si può comprendere, a convincere la Federazione ad agire sarebbe stato proprio il duello Mercedes – Red Bull, qualcosa che non si vedeva nel Circus dal 2013.

“Questa nuova lotta necessita di chiarezza su alcuni punti”, l’incredibile versione dell’erede di Charlie Whiting. “Non lo chiamerei un meccanismo per gestire il campionato, ma un modo per spiegare le disposizioni dal punto di vista del nostro reparto tecnico in modo da prevenire forme di protesta”.

Ma siamo sicuri che sia veramente così? La sensazione è che non vi sia intenzione di superare dubbi o aree grigie, quanto piuttosto di decretare in anticipo il vincitore, penalizzando chi è stato in grado di fare un lavoro migliore.

Michael Masi (©Getty Images)

Chiara Rainis

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