Oggi compie 73 anni uno dei piloti Ferrari più apprezzati, soprattutto per il suo talento e la voglia di dire la sua senza filtri
73 anni di un talento vero, che ottenne in carriera meno di quanto non avrebbe meritato. Parliamo di René Arnoux, uno dei piloti più apprezzati nel Circus negli anni Settanta e Ottanta, sempre col sorriso e diretto, come pochi. Una persona vera, come poche.
Gli esordi di Arnoux in Italia
Trasferitosi da giovane a Moncalieri, Arnoux cominciò la propria carriera lavorando come meccanico e lucidando le testate dei motori. Un lavoro che lo segnò profondamente, tanto che anni dopo dichiarò che proprio grazie a questo mestiere riuscì a diventare un ottimo sviluppatore di vetture di F1.
Dopo l’esperienza in kart, nel 1972 si iscrisse ad una scuola di pilotaggio e poco dopo esordì nel campionato di Formula Renault francese, di cui vinse il titolo nel 1973. Nel 1976 arrivò lo sbarco in Formula 2 con il team Martini, dove sfiorò subito il titolo, battuto per un punto dal connazionale Jean-Pierre Jabouille. Ma si rifece nel 1977, quando portò a casa il titolo con grande vantaggio sulla concorrenza.
L’approdo in F1 e il duello con Villeneuve
L’esordio nel Circus arrivò nel 1978, sempre grazie al team Martini. Ma il mezzo ahimè non era all’altezza. Tanto che la mancanza di sponsor il team si ritirò a stagione ancora in corso.
L’anno successivo sbarcò in Renault, che portava in pista i primi motori turbo. Poche le soddisfazioni, ma proprio nel Gp di Francia Arnoux si rese protagonista di un duello mozzafiato con Gilles Villeneuve. Una sfida senza esclusione di colpi per la conquista del secondo posto del GP di Digione. Una serie di sorpassi, controsorpassi, contatti, e frenate al limite delle curve che è passato alla storia. Alla fine fu Villeneuve a spuntare il secondo posto, ma quell’episodio consegnò anche Arnoux alla storia.
Per lui anche tre anni in Ferrari, dal 1983 al 1985, con tre vittorie nell’anno d’esordio. Poi la separazione ad inizio del 1985, dopo il primo Gp, di cui non si seppe mai il vero motivo. Infine gli ultimi 4 anni in Ligier, dove però portò a casa ben poco.
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