A dieci anni dal divorzio con Valentino Rossi, un uomo Ducati dà ragione alle proteste che all’epoca il Dottore fece verso la Desmosedici
Il biennio 2011-2012, quello marchiato Ducati, per Valentino Rossi rappresentò il periodo più difficile della sua carriera, almeno fino a questo momento.
Con la Desmosedici non scattò mai il feeling: il Dottore per due stagioni intere continuò a lamentarsi del fatto che quella moto non voleva proprio girare, che era ardua da guidare, che non gli dava la fiducia di cui aveva bisogno sull’avantreno.
Tanto che, al termine di quello stesso contratto che era stato accolto da grandi aspettative, dalla speranza di riportare a Borgo Panigale quel titolo che solo Casey Stoner era riuscito ad ottenere, arrivò un divorzio piuttosto mesto.
“Valentino Rossi aveva ragione”
Oggi, a dieci anni di distanza, però, è un vero uomo Ducati ad ammettere che all’epoca il fenomeno di Tavullia ci aveva visto giusto sulla moto bolognese. “Aveva ragione!”: l’ammissione, senza mezzi termini, arriva da Michele Pirro, da anni collaudatore della Rossa.
Attualmente, però, per fortuna di Pecco Bagnaia e Jack Miller i tempi sono molto cambiati: “Chi arriva adesso in Ducati trova davvero un altro mondo, ma ti assicuro che a suo tempo è stata dura”, conferma il pilota di San Giovanni Rotondo ai microfoni del sito specializzato Mowmag.
Le parole del collaudatore Michele Pirro
Prosegue Michele: “C’è però un grande gruppo, tutto italiano, che lavora facendo squadra e con tanta passione. Dall’Igna, Ciabatti e Tardozzi sono le persone giuste e proviamo sempre a fare il massimo con le risorse che abbiamo. Si può fare sempre di più e cerchiamo sempre di migliorare, ma ci siamo tolti delle belle soddisfazioni. E nonostante oggi sia invecchiato di un altro anno cerco sempre di alzare il livello e di spostare il limite”.
Quanto al nove volte campione del mondo, da parte di Pirro arrivano solo complimenti: “Vale ha cambiato la storia del motociclismo, ha un modo di essere che fa appassionare al motociclismo la gente più impensabile”.
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