Il capo degli ingegneri Mercedes Shovlin non nasconde la preoccupazione per il deficit sulla Red Bull e sulla natura dei problemi.
Oltre alla Ferrari c’è un’altra squadra che deve capire cosa non funziona, perché e come trovare una soluzione, e a sorpresa si tratta della Mercedes. La doppia trasferta in Austria è stata una bella mazzata per la scuderia che, prendendo a prestito le recenti parole di Christian Horner, ha “ucciso la F1” dell’era ibrida.
Abituata dal 2014 a dominare, l’armata tedesca è caduta sotto i colpi della Red Bull e dopo nove gare, ha accumulato uno svantaggio di 44 lunghezze. Un decadimento improvviso e inatteso che il responsabile degli ingegneri Andrew Shovlin ha riassunto come uno stato di forma in generale poco buone.
“Zeltweg non è una pista adatta alla W12. In ogni caso qualcosa che abbiamo fatto non è andato a buon fine”, la sua riflessione, che mostra come anche a Stoccarda, o meglio alla base di Brackley si brancoli nel buio.
Cercando di giustificare l’evidente gap dalla rivale austriaca, il tecnico inglese, ha parlato di numerose problematiche che starebbero rendendo impossibile l’aggancio.
Mentre sulla RB16B vengono apportati costanti aggiornamenti, sulla vettura di Hamilton e Bottas si è deciso di posticipare il tutto a Silverstone, così da poter dedicare maggiori risorse sul progetto 2022.
“In Inghilterra avremo qualche novità, ma non sarà sufficiente, dunque ci sarà molto lavoro da fare”, ha sostenuto Lewis, ammettendo che il compito che attende la sua equipe non sarà affatto una passeggiata alla luce del valore del valore della macchina avversaria.
“Tutti noi stiamo dando il massimo. Personalmente mi sono recato in fabbrica ogni settimana per provare a tirar fuori il massimo dal materiale a disposizione, ma fino ad oggi non ha funzionato”, ha chiosato con l’augurio che da GP di casa la sinfonia possa cambiare.
Chiara Rainis
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